I ministri responsabili per l’Agricoltura di 12 Paesi membri Ue – Francia, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia – hanno firmato una lettera indirizzata alla Commissione Europea per contestare le misure preventive eccezionali e temporanee sulle importazioni di grano, mais, colza, semi di girasole dall’Ucraina – così come previsto dalla proposta dell’esecutivo comunitario ai Ventisette dello scorso 3 maggio – che prevede che questa tipologia di merce non non potrà essere immessa sul mercato di Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia fino al prossimo 5 giugno. “L’integrità del Mercato interno non può essere una variabile di aggiustamento”, si legge nella lettera visionata da GEA.
Le misure “destano serie preoccupazioni perché comportano un trattamento differenziato all’interno del Mercato interno stesso”, considerato il fatto che il grano importato dall’Ucraina potrà solo continuare a circolare o transitare attraverso questi cinque Stati membri mediante una procedura di transito doganale comune o recarsi in un Paese o territorio al di fuori dell’Ue.
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