L’inflazione svuota le tavole del 47% delle famiglie italiane, costrette a tagliare le quantità di cibo acquistato a causa dei rincari nel carrello della spesa. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Censis in merito ai nuovi dati Istat sull’inflazione a novembre 2022 che vedono una crescita del 13,3% per i beni alimentari rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Se si considera la fascia di popolazione a basso reddito – sottolinea Coldiretti -, la percentuale di chi riduce la quantità del cibo sale addirittura al 60%. Accanto a chi è stato costretto a mettere meno prodotti nel carrello per far quadrare i bilanci familiari, c’è poi un 37% di italiani che preferisce risparmiare sulla qualità (il 46% nel caso dei bassi redditi). Le rinunce, secondo Coldiretti/Censis sono dunque socialmente differenziate secondo una logica di ‘food social gap’ con gli adulti e i giovani che tagliano molto più degli anziani, e i bassi redditi più che i benestanti. Peraltro, oltre sei italiani su dieci tra coloro che tagliano gli acquisti sono convinti che questa situazione durerà almeno per tutto il 2023.
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