“Le petromonarchie del Golfo hanno sofferto l’ingerenza iraniana, ma temono anche una vittoria totale di Israele. Non vogliono né una vittoria piena di Teheran, né un trionfo israeliano”. Così Gilles Kepel, tra i più importanti studiosi occidentali del mondo arabo. In una intervista a Repubblica spiega: “Israele si prepara da anni a questa operazione, ispirandosi all’attacco contro Hezbollah in Libano. All’epoca, le forze israeliane avevano condotto una campagna di eliminazione mirata: leader colpiti nel sonno, distruzione delle capacità di risposta. Era un tentativo di smantellare il sistema di deterrenza iraniano, di cui Hezbollah era un pezzo fondamentale. Dopo aver colpito Hezbollah, distrutto militarmente Hamas e cacciato Bashar el-Assad, il passo successivo è l’Iran. Anche perché Teheran ha fallito nelle trattative nucleari con gli Stati Uniti, in particolare nei colloqui tra il ministro iraniano Aragchi e l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff”. E ancora: “Nelle prime ore, molti hanno creduto che il regime degli ayatollah fosse sul punto di crollare. Si parlava persino di pasdaran in fuga verso Mosca. Ma poi c’è stato un rovesciamento con le immagini di città israeliane sotto i bombardamenti. Il regime iraniano, seppur indebolito sul piano economico, mostra una resilienza inattesa. È più difficile da abbattere rispetto a Hezbollah e conserva una forte capacità di nuocere, in particolare attraverso i suoi proxy terroristi nella regione”. In tutto questo l’Europa “è completamente fuori gioco. Il vertice alle Nazioni Unite, che doveva essere organizzato da Emmanuel Macron e Mohammed Bin Salman per riconoscere lo Stato palestinese, è stato rinviato a data da destinarsi. È un segnale chiaro che il potere decisionale si trova altrove. L’Europa non è solo esclusa dai negoziati diplomatici, ma rischia di diventare vittima collaterale della disgregazione del Medio Oriente. La Turchia, ad esempio, teme un afflusso massiccio di rifugiati in caso di collasso iraniano, e ciò avrebbe inevitabilmente ripercussioni sull’Europa”.
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