“Uno sciopero generale è sempre anche un atto politico. Contro una manovra d’austerità che non serve al Paese e che viene fatta solo per abbassare il deficit e comprare armi”. Così Maurizio Landini, segretario della Cgil, guida domani lo sciopero generale in solitaria. Chiede aumenti salariali, fisco progressivo, più risorse per la sanità pubblica, riforma delle pensioni, investimenti pubblici per un lavoro stabile e non precario. Rivendica la patrimoniale. “Al di là delle balle, siamo in crisi industriale da 33 mesi”. Nel colloquio con Repubblica poi spiega: “Sciopero per aumentare i salari e le pensioni. Chiediamo al governo di restituire 25 miliardi di tasse pagate in più negli ultimi tre anni da 38 milioni di lavoratori e pensionati per effetto del drenaggio fiscale. Di tassare rendite e profitti in modo progressivo: basta flat tax, inaccettabile. Di introdurre un contributo di solidarietà dell’1,3% su 500 mila italiani con redditi netti annui sopra i due milioni: vale 26 miliardi. Una riforma delle pensioni: chi prometteva di cancellare la Fornero porta l’età a 70 anni. Nuove politiche industriali e per la casa. E infine di cancellare leggi che hanno esteso la precarietà e alimentato subappalti e morti sul lavoro. È uno sciopero sociale. Ma anche politico, certo. Chiede di cambiare le politiche sbagliate del governo Meloni. Rivendica un futuro di pace e giustizia sociale per le nuove generazioni”.
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