“Sono ormai vent’anni che la musica non riparte”. Così Roberto Perotti, economista e professore dell’Università Bocconi. “Non saprei dire se si sia davvero fermata, ma le variazioni delle nuove previsioni economiche sono davvero minime: parliamo di decimali che non cambiano la situazione e, a quanto pare, riflettono la revisione dell’Istat per il 2024. Alla fine, che si attribuisca la crescita su un anno o sull’altro, la sostanza non cambia. Considerando il biennio, non sembrano esserci variazioni significative”, aggiunge. Nell’intervista a La Stampa Perotti poi parla dell’allarme lanciato da Confindustria: “Il calo di cui parlano dipende probabilmente dal raffronto con la follia del Superbonus che ha avuto un impatto notevole. Così come il Pnrr. Forse, prima o poi, Confindustria, a partire dal suo presidente Emanuele Orsini, dovrà chiedere scusa per non aver detto chiaramente al Paese che si trattava di una follia. I risultati iniziamo a vederli adesso: una volta esaurito l’effetto del Superbonus, l’impatto sugli investimenti è terminato, ma purtroppo non possiamo dire altrettanto di quello sulla finanza pubblica. Lo sentiremo a lungo”. E ancora sulla manovra che potrebbe stimolare la crescita: “Tra Superbonus e Pnrr, in due anni l’Italia ha deciso una spesa aggiuntiva di quasi 400 miliardi di euro, il 20% del Pil. Trovo ridicolo parlare di manovra restrittiva, quando siamo nel mezzo della più grande operazione espansiva della storia italiana. E comunque, l’unica cosa certa è che la manovra consisterà di cifre infinitesimali rispetto ai soldi spesi. Non avrà alcun effetto concreto né in un senso né nell’altro”.
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