“Purtroppo è vero, la fragilità del nostro territorio è strutturale: a condizioni naturali, morfologiche, sismiche , geologiche si innestano anche fattori antropici per cui la nostra attività, o anche inattività, può contribuire ad amplificare le conseguenze di questi fenomeni. A ciò si aggiungono i cambiamenti climatici che acuiscono la portata e la distribuzione spazio temporale degli eventi estremi”. Lo dice a GEA il presidente dell’Ispra, Stefano Laporta, rispondendo a una domanda sulle condizioni del territorio e i fenomeni che hanno potuto provocare la frana di San Felice a Cancello, comune del Casertano, che ha subito ingenti danni. “Per evitare che le frane generino esiti tragici – spiega l’esperto – bisogna lavorare a 360 gradi e mettere in campo interventi strutturali e non, tenere pulito il sistema fognario e le strade, manutenere gli alvei dei fiumi e torrenti che attraversano i nostri comuni, consolidare i versanti che si trovano a ridosso di strade e centri abitati per evitare fenomeni di smottamento e colate. Serve poi – continua – un’attività costante di monitoraggio, ricerca e controllo sul territorio e questo, come Ispra-Snpa, lo facciamo quotidianamente. Possiamo pensare a forme di presidio per esempio di carattere idro-geo-morfologico e, sicuramente, dovremo indispensabilmente implementare un sistema cosiddetto di early warning allerta per i cittadini”.
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