I Paesi partecipanti all’accordo OPEC+ hanno ridotto la produzione di petrolio ad agosto, tenendo conto di tutti i tagli volontari alla produzione, di 61.000 barili al giorno (bpd), arrivando a 35,548 milioni di bpd, come risulta dai dati presentati nel rapporto OPEC di settembre. Questo escludendo Libia, Iran e Venezuela, che sono esenti dall’accordo. Lo rende noto l’agenzia di stampa russa Tass. Tenendo conto di tutte le restrizioni volontarie e dei piani di compensazione previsti per agosto, i Paesi OPEC+ avrebbero dovuto produrre 35,473 milioni di bpd. Pertanto, l’alleanza ha prodotto 75.000 bpd al di sopra del piano.
Ad agosto è stato l’Iraq a discostarsi maggiormente dal piano di produzione petrolifera dell’OPEC+: il Paese ha prodotto 228.000 bpd in più del previsto, pur avendo ridotto la produzione di 50.000 bpd. A sua volta, la Russia ha superato il piano di 81.000 bpd. Nel frattempo, il Kazakistan ha ridotto la produzione ad agosto di 115.000 bpd e ha prodotto 18.000 bpd in meno del previsto. Questi tre Paesi sono tra i ‘debitori’ dell’OPEC+ che devono compensare i volumi di produzione di petrolio non tagliati entro la fine di settembre 2025. Tra i Paesi che non partecipano all’accordo OPEC+, la produzione libica è quella che ha subito il calo maggiore, pari a 219.000 bpd, scendendo a 956.000 bpd. A fine agosto, il governo della Libia orientale ha annunciato la decisione di sospendere le esportazioni e la produzione di petrolio per protestare contro gli attacchi alla direzione e al personale della Banca centrale libica.
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