Secondo il rapporto di novembre dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), le sanzioni occidentali imposte a Rosneft e Lukoil comportano rischi per la stabilità dei mercati energetici globali che vanno ben oltre la Russia. Lo riporta l’agenzia di stampa Tass. Gli esperti dell’Aie hanno osservato che le misure restrittive nei confronti di due attori chiave dell’industria petrolifera russa stanno già causando interruzioni operative e aumentando le tensioni sul mercato. In particolare, Lukoil ha bloccato il giacimento West Qurna-2 in Iraq (con una capacità di 480.000 barili al giorno) dopo che le autorità irachene hanno congelato i fondi della società e interrotto i suoi trasferimenti di greggio. Allo stesso tempo, il governo bulgaro ha avviato la nazionalizzazione della raffineria Lukoil di Burgas. Considerando le potenziali implicazioni per la raffineria rumena Petrotel, questi sviluppi potrebbero inasprire ulteriormente le condizioni nei mercati dei prodotti petroliferi dell’Europa orientale.
Fino a quando non emergeranno ulteriori dettagli sulle misure di applicazione e sulle potenziali vie di elusione, l’Aie mantiene invariata la sua previsione sulla produzione di petrolio greggio della Russia a 9,3 milioni di barili al giorno, ma ha segnalato un significativo rischio di ribasso per le prospettive.
L’agenzia ha sottolineato che i futuri sviluppi delle esportazioni russe di greggio e prodotti raffinati dipenderanno dalle decisioni dei principali acquirenti in materia di conformità e selezione dei fornitori.
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