“Siamo ben coscienti dell’importanza dello spazio e abbiamo ritenuto opportuno rafforzare la collaborazione con i partner esteri, in particolare con quelli africani. Sulla scia dell’eredità storica che il professor Luigi Broglio, dalla Sapienza di Roma, realizzò negli anni 60 in Kenya con un centro spaziale equatoriale, il Broglio Space Center di Malindi. Questa base spaziale, 60 anni fa, consentì all’Italia di essere la terza potenza al mondo ad aver penetrato lo spazio, dopo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Oggi quella base è utilizzata per i servizi di ricezione di dati satellitari, il tracciamento di razzi vettori e l’addestramento gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana e noi vorremmo che diventasse la base di addestramento e di formazione per i Paesi africani”.
“Nel progetto del piano Mattei per l’ispettore spaziale sono state identificate alcune specifiche iniziative, che riguardano la formazione, la telemedicina, l’utilizzo dei dati dell’osservazione della terra per una migliore gestione del territorio e la prevenzione di fenomeni connessi al cambiamento climatico, così come quello dello sviluppo di un’agricoltura di precisione. Per questo crediamo che il rilancio della base spaziale di Malindi possa servire, possa essere di beneficio per l’intero continente africano”.
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