“Storicamente tutte le grandi opere sono state bersaglio di critiche politiche, poi evaporate quando l’infrastruttura finita ha rivelato tutta la sua utilità. Così è stato per l’Autostrada del Sole, per l’Alta Velocità. Lo stesso accadrà per il Ponte sullo Stretto”. Lo dice Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild. Salini poi aggiunge nell’intervista al Corriere della Sera: “La struttura del ponte ha un costo di quasi cinque miliardi, il resto servirà per opere compensative, idrogeologiche, reti stradali e ferroviarie, indispensabile completamento del progetto”. E ancora: “Il ponte serve a unire all’Italia – e quindi all’Europa – un’isola che conta 5 milioni di abitanti, quanti la Danimarca che è collegata alla Germania da tre ponti. Uno studio della Bocconi ha stimato che l’isolamento della Sicilia costa ogni anno diversi miliardi di euro. Ogni anno di ritardo nel realizzare l’infrastruttura produce danni per miliardi”. Infine un’ammissione: “Ho avuto molte riunioni con Salvini, così come con Lunardi che è anche uno dei più grandi progettisti al mondo. Credo sia naturale e opportuno che il ministero delle Infrastrutture dialoghi con le imprese del settore”.
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