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Ucraina, generale Petraeus: Usare asset congelati, servono altre sanzioni a Russia

“Da comandante di due guerre, posso dire che nessuno conosce il costo di un conflitto e ne vuole la fine più di coloro che vi sono stati coinvolti. La chiave è concluderla in modo duraturo, giusto e ragionevole”. Così il generale David Petraeus, già comandante delle forze multinazionali in Iraq e in Afghanistan, ed ex direttore della Cia. In un colloquio con. il Corriere della Sera spiega che è stabilire quanto la pace sia vicina: “È difficile dirlo perché ci sono cose che non sappiamo e molto dipende dalla disponibilità della Russia a fare concessioni. Sappiamo che i punti del piano sono stati ridotti da 28 a 19 su cui c’è accordo tra Usa e Ucraina e che ci sono alcuni aspetti che devono essere risolti tra i presidenti Trump e Zelensky. Abbiamo poca contezza di quello che i russi sono pronti ad accettare: finora le loro richieste sono state massimaliste incluso sostituire Zelensky con una figura pro-russa e una forte demilitarizzazione dell’Ucraina. E il terzo elemento è che l’Ucraina dia alla Russia territori nella parte sudorientale che la Russia non solo non controlla ma che non ha ancora avvicinato, incluse le città fortificate assai ben difese e molto difficili da conquistare, dato il numero straordinario di caduti russi per conquistare posti come Pokrovsk e ottenere modesti risultati strategici in due anni. E probabilmente uno dei punti di discussione tra i due presidenti sarà la cessione di territori non conquistati. A quel punto, la questione è quali promesse a prova di bomba vengono fatte all’Ucraina per assicurare la deterrenza da future aggressioni russe e la punizione per la Russia se lo rifà”. E ancora: “Speravo che ci potessero essere due serie di azioni da parte del mondo occidentale”. Innanzitutto “se l’Europa finalmente accettasse di usare i 200-250 miliardi di dollari delle riserve russe congelate nelle banche europee, in particolare in Belgio come collaterali per emettere bond garantiti di Euroclear, il denaro potrebbe essere dato all’Ucraina per acquistare sistemi di armi e munizioni che non possono produrre da soli ma anche per raddoppiare la produzione di droni da 3,5 milioni a 7 milioni l’anno”. In secondo luogo “schiacciare l’economia di guerra russa con ulteriori sanzioni. L’Ue ha appena approvato il 19° giro di sanzioni, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil e Rosneft e decine di altre entità. L’economia russa è più fragile di quanto si creda: il fondo per il welfare nazionale finirà i soldi l’anno prossimo, poiché è stato deviato sull’industria militare. Bisogna colpire chi supporta l’economia di guerra russa, comprando petrolio e gas e con chip, motori, magneti, gran parte dei quali vengono dalla Cina. Con queste due azioni Putin sarebbe costretto a porre fine alle ostilità”.

redazione

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