“Credo che la soluzione più equa possibile sia quella di congelare la linea del fronte, ovvero restare sulle attuali posizioni. Si tratta di un principio valido per la linea di contatto che attraversa tutte le regioni dell’Ucraina. Per quanto riguarda la diplomazia, questo è il momento del cessate il fuoco, ma anche il momento che dovrebbe segnare la fine della guerra. Nel Donbass, i russi rimarrebbero nelle parti temporaneamente occupate delle regioni di Donetsk e Luhansk, noi nella parte del Donbass che ancora controlliamo”. Così Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, nell’intervista rilasciata a La Stampa. “È essenziale che le nostre autorità mantengano il controllo sulla parte del Donbass che oggi amministrano. È un compromesso necessario sebbene, in linea di principio, la presenza russa anche sul resto del territorio è ingiusta e illegale. Mosca ha posto un ultimatum, chiedendo il ritiro dell’esercito ucraino da tutti i territori di entrambi gli oblast, in particolare dal Donetsk. Abbiamo chiarito ai nostri interlocutori americani che l’Ucraina non può accettarlo, anche perché sarebbe una violazione della nostra Costituzione”, aggiunge. Zelensky poi incalza: “Gli Stati Uniti cercano costantemente una soluzione di compromesso. È per questo che hanno proposto l’istituzione di una zona economica libera, una zona in cui, secondo l’ipotesi avanzata, non dovrebbero essere presenti truppe di nessuna compagine. Ricordo, tuttavia, che si tratta di territori abitati, con amministrazioni locali, missioni di polizia e una vita civile attiva”.
“Credo che il presidente Trump abbia la forza necessaria per raggiungere questo risultato. Ritengo anche che non ci siano mediatori più incisivi dell’America. Le alternative sono incerte”, dice il numero uno di Kiev. Che prosegue: “Non vedo né la volontà né la disponibilità a raggiungere una soluzione negoziale. I nostri interlocutori statunitensi invece sostengono il contrario. Be’, sappiamo com’è: la vuole ma non può… “. E ancora: “La Russia non cambierà mai posizione da sola, non vuole farlo. Vuole, e ha sempre voluto, l’occupazione totale del nostro Stato e, naturalmente, la fine della nostra indipendenza. Questo è sempre stato il suo obiettivo. È un momento estremamente difficile per noi, per questo la pressione delle sanzioni e la riduzione delle risorse finanziarie sono così importanti. Se Mosca non ha denaro sarà costretta a fermarsi”. Washington, secondo Zelensky, dovrebbe esercitare maggiori pressioni sul Cremlino, lasciandolo senza alternative: “L’America deve dire chiaramente che, se non prevarrà la diplomazia, allora verrà esercitata una pressione totale, sia in termini di aiuti militari che di misure sanzionatorie sull’intera economia russa e su tutti i settori che generano entrate per Mosca”. Solo in questo modo sarà possibile portare Putin al tavolo negoziale. “Il leader del Cremlino non avverte ancora una pressione sufficiente, si percepisce chiaramente da ciò che dice quotidianamente. Però credo che, grazie alla perseveranza dei nostri partner americani e con l’aiuto di Dio, sarà possibile fermare la guerra russa”.
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