L’Europa, a partire dalla Germania, deve assolutamente ritrovare la competitività perduta, e per farlo la ricetta migliore sono 10 anni di investimenti smart, capaci di rilanciarla ripristinando una crescita di almeno il 3-3,5% annuo del Pil. Meno soldi nel welfare, che la gente spende in trattoria, e più scuole, strade, porti, treni. Ha ragione Mario Draghi, nel suo rapporto: solo tornando a pensare alla crescita risolveremo i problemi strutturali”. Così l’economista tedesco Markus Kerber è consigliere strategico della Cdu. Intervistato da La Repubblica aggiunge: “Draghi è un ottimo economista, e ha ragione. L’Europa non attrae abbastanza investimenti, ne servono molti di più, in infrastrutture ma anche in innovazione e ricerca, per aumentare produttività e crescita. Sono convinto che con un piano di investimenti ‘buoni’ sia del tutto fattibile tornare a un Pil annuo del 3-3,5%. Draghi fa anche bene a dire che il problema numero uno è l’innovazione tecnologica: il continente è troppo frammentato da tante lingue e regolamenti e la non realizzata Unione del mercato dei capitali minimizza anche la raccolta dei fondi privati. Se una società di venture capital europea si trasferisce negli Usa raccoglie fondi per cinque volte tanto
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