Stéphane Séjourné, vicepresidente della Commissione con delega all’Industria e al mercato unico, vuole creare una sorta di marchio ‘Made in Eu’ per rilanciare la produzione industriale del continente. In una intervista a La Stampa spiega come arrivarci: “Ci stiamo lavorando, ma riguarderà molti settori, fino agli appalti pubblici. Dobbiamo avere uno standard per stabilire cosa significa acciaio europeo, cosa cemento europeo, e così via”. Poi precisa: “Rafforzare il mercato interno è una delle risposte alla chiusura dei mercati americano e cinese. Abbiamo 450 milioni di consumatori europei, non è così difficile. Come ha scritto Mario Draghi nel suo rapporto per ottenere risultati migliori occorre però ridurre le barriere fra Paesi. Ci sono almeno una decina di soluzioni possibili”. Nello specifico: “Il primo passo da compiere è quello che un altro vostro ex premier, Enrico Letta, ha definito il ventottesimo regime per le imprese: occorre poter aprire un’azienda senza dover perdersi nelle burocrazie di questo o quel Paese. E poi sono centinaia di norme ingiustificabili che servono a difendere i mercati nazionali, come ad esempio certe etichettature. Dobbiamo andare oltre”.
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