“La velocità del cambiamento nel mondo è impressionante, ma mentre Usa e Cina affrontano questa nuova fase in modo pragmatico, mettendo sul piatto trilioni di dollari, l’Europa arranca: dopo la risposta forte sulla pandemia siamo tornati drammaticamente indietro, con azioni spesso più basate sull’ideologia che non sull’analisi della realtà”. Lo dice Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. “Anche grazie all’Italia l’Europa è la seconda area manifatturiera al mondo -aggiuunge nell’intervista a Il Sole 24 Ore. -. Posizione che potremmo perdere, con un rischio di deindustrializzazione evidente, alla luce della mancanza di una reale strategia di politica industriale comunitaria. E se l’Europa perde l’industria, principale forza che genera benessere e sviluppo, allora non ha futuro”. Spada è severo con la Ue: “Qualche spiraglio di buonsenso è visibile, ad esempio guardando al compromesso sul packaging del Parlamento Ue dello scorso novembre, ma più spesso accade il contrario. Gli esempi? La Direttiva sulla qualità dell’aria implica per il suo rispetto lo stop al 75% delle attività industriali, e forse ancora non basta. Mentre i target posti dal Chips Act impongono di investire 260 miliardi di dollari al 2030, sei volte quanto annunciato: ecco perché pensiamo che solo la forza di un fondo sovrano europeo finanziato da Eurobond possa consentire di raggiungere questi target ambiziosi”.
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