“Che l’inflazione avrebbe lasciato prezzi più alti era logico e inevitabile, e non era certo responsabilità dell’amministrazione Biden, che anzi stava lavorando per adeguare i salari. È sempre stato così, in centinaia di anni di storia, la chiamiamo illusione monetaria: non mi sembrava una situazione catastrofica in un contesto economico solido. Eppure la propaganda trumpiana l’ha fatta passare per il peggiore dei mali”. Lo dice Robert Shiller, premio Nobel, docente all’università di Yale dal 1982 dopo il PhD al Mit. In una intervista a La Repubblica spiega sui dazi: “Non c’è un solo studio economico serio che comprovi la validità di una ricetta basata su autarchiche barriere tariffarie. Al contrario, una serie infinita di episodi che ne provano la dannosità. Senza dover andare indietro fino allo Smoot-Hawley Tariff Act del 1930 che scatenò una guerra commerciale che aggravò l’effetto della Grande Depressione, pensiamo solo alla raffica di tweet che all’improvviso proprio Trump cominciò a postare nell’agosto 2019 nel pieno della sua prima campagna anti-Pechino: ‘Le aziende comincino immediatamente a cercare alternative alla Cina’, ‘Riportate la manifattura negli Stati Uniti’, e simili amenità. Un’ondata di terrore e crolli percorse le Borse di tutto il mondo”.
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