“Più tariffe e quindi più guerre commerciali, con implicazioni sull’ordine globale ma anche e soprattutto sulla tenuta della costruzione europea”. Così Lucrezia Reichlin, economista che insegna alla London Business School sulla seconda elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. “Tariffe generalizzate sulle importazioni tra il 10 e il 20%, fino ad arrivare al 60% per le merci cinesi – se saranno confermate – avranno di sicuro un effetto immediato sull’inflazione negli Stati Uniti e una serie di implicazioni legate alle tensioni commerciali per l’Europa, che ha congelato fino a marzo le contromisure sulle tariffe già imposte dagli Stati Uniti. Bisogna capire come risponderà a un irrigidimento delle tariffe”, spiega in una intervista a la Repubblica. Reichlin poi aggiunge: “Il problema fondamentale è se l’Europa reggerà a questo scontro mantenendo una politica comune o se, come è probabile, Trump cercherà di avere intese bilaterali con singoli Paesi europei, puntando sul ‘divide et impera’ e su una frammentazione della risposta europea”. E ancora: “Aggiungo che l’Italia, visto l’orientamento del nostro governo, più vicino a Trump di Francia e Germania, e in una fase in cui il motore franco-tedesco appare in forte crisi, è uno dei Paesi che potrebbero essere al centro di queste manovre”.
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