Clima, 2,3 milioni di morti in Europa entro il 2100 per il caldo estremo. Italia in testa

I cambiamenti climatici potrebbero causare oltre 2,3 milioni di morti legati alle temperature in tutta Europa entro la fine del secolo, se non verranno adottate politiche incisive per tagliare le emissioni di gas serra. A lanciare l’allarme è uno studio della London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM), che ha analizzato il possibile impatto del riscaldamento globale sulla futura mortalità legata al caldo e al freddo in 854 aree urbane europee, in base a diversi scenari climatici, demografici e di adattamento. I risultati, pubblicati su Nature Medicine, stimano un aumento netto dei decessi legati alla temperatura (7,6 morti ogni 100.000 persone) entro il 2060, anche nel caso di un elevato adattamento e intensi sforzi di sviluppo sostenibile. Se le emissioni di CO2 raddoppiassero entro la fine del secolo, le morti legate alle temperature aumenterebbero del 50%, con 2.345.410 vittime in più tra il 2015 e il 2099. Questo aumento, secondo gli autori, è attribuibile alle morti causate dal caldo, che con buona probabilità supereranno in modo costante qualsiasi diminuzione dei decessi legati al freddo entro il 2100.

Ad essere colpiti saranno soprattutto la regione mediterranea, l’Europa centrale e i Balcani e, in modo particolare l’Italia. Il maggior numero di decessi è previsto in dieci grandi città: Barcellona (246.082), Roma (147.738), Napoli (147.248), Madrid (129.716), Milano (110.131), Atene (87.523), Valencia (67.519), Marsiglia (51.306), Bucarest (47.468) e Genova (36.338). Tuttavia, è probabile che anche molte città più piccole di Italia, Malta e Spagna sperimenteranno un alto tasso di mortalità legato alla temperatura.

D’altro canto, la maggior parte delle città delle isole britanniche e dei Paesi scandinavi potrebbe registrare una diminuzione netta dei decessi, che, tuttavia, sarebbe ampiamente compensata dagli aumenti nel resto d’Europa. Secondo gli scienziati, solo una rapida riduzione delle emissioni di anidride carbonica, in grado di contenere le temperature, ha dimostrato di poter ridurre il numero di decessi dovuti al caldo estremo.

“I nostri risultati – afferma Pierre Masselot, autore principale della ricerca – sottolineano l’urgente necessità di perseguire in modo aggressivo sia la mitigazione dei cambiamenti climatici che l’adattamento all’aumento del calore. Ciò è particolarmente critico nell’area del Mediterraneo dove, se non si interviene, le conseguenze potrebbero essere disastrose. Ma, seguendo un percorso più sostenibile, potremmo evitare milioni di morti prima della fine del secolo”.

Secondo Antonio Gasparrini, autore senior dell’articolo e responsabile del laboratorio EHM presso la London School of Hygiene & Tropical Medicine, i risultati dello studio “smentiscono le teorie proposte sugli effetti ‘benefici’ del cambiamento climatico, spesso utilizzate per opporsi alle fondamentali politiche di mitigazione che dovrebbero essere implementate il prima possibile”.

Elena Fois

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