Un obiettivo climatico al 2040, tre scenari per centrarlo e una strategia di gestione della CO₂ a livello industriale per contribuire alla cattura e allo stoccaggio delle emissioni residue. La Commissione europea svelerà domani i suoi piani su due degli ultimi dossier del Green Deal rimasti da presentare entro la scadenza della legislatura. Target climatico intermedio al 2040 e strategia industriale sul carbonio: entrambe le comunicazioni saranno presentate dal vicepresidente della Commissione per il Green Deal, Maros Sefcovic, a Strasburgo dove si riunisce da oggi a giovedì la plenaria del Parlamento europeo. Bruxelles, a quanto apprende GEA, presenterà una raccomandazione sul target climatico che sarà accompagnata da una valutazione d’impatto che esamina tre diversi percorsi per il raggiungimento dell’obiettivo climatico intermedio al 2040.
La comunicazione di domani sarà dunque solo una raccomandazione per avviare il dibattito, mentre la proposta legislativa vera e propria per fissare l’obiettivo climatico del 2040 sarà presentata solo dopo le elezioni europee, probabilmente all’inizio del 2025. Dopo saranno il Parlamento e gli Stati membri – i due colegislatori dell’Ue – a negoziare e adottare la legge vera e propria.
Sono tre gli scenari valutati dalla Commissione europea nella valutazione dell’impatto che accompagna la comunicazione: una riduzione fino all’80% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990, coerente con una traiettoria lineare tra il 2030 e il 2050; una riduzione dell’85-90%, compatibile con il livello di riduzione netta dei gas serra che si raggiungerebbe se l’attuale quadro politico venisse esteso al 2040 e una riduzione del 90-95%.
La Commissione raccomanderà quello con un obiettivo di riduzione del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli di emissione del 1990, ovvero il più ambizioso tra i tre. A giugno 2023, il Comitato scientifico consultivo europeo sui cambiamenti climatici ha raccomandato a Bruxelles un obiettivo pari a una riduzione del 90-95% per il 2040, considerandolo l’unico modo per l’Ue di rispettare gli impegni assunti nell’ambito dell’Accordo sul clima di Parigi. L’obiettivo si applica a tutti i settori: energia, industria, edilizia, trasporti e agricoltura.
Il target dovrebbe essere sostenuto da un gruppo di almeno 11 Paesi (Austria, Bulgaria, Germania, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo) i cui ministri dell’energia nei giorni scorsi hanno indirizzato a Bruxelles una lettera per chiedere “un obiettivo ambizioso”, senza scendere nel dettaglio della cifra.
Non solo target di riduzione delle emissioni. La Legge Ue per il clima (adottata a Bruxelles nel 2021) impegna tra le altre cose l’Unione europea a stabilire un bilancio indicativo previsto per i gas a effetto serra dell’Unione per il periodo 2030-2050, ovvero quante emissioni nette di gas serra possono essere emesse in quell’arco temporale senza mettere a rischio gli impegni climatici dell’Unione. Il Consiglio sul clima ha raccomandato a Bruxelles di non superare un budget di 11-14 gt (gigatone) di CO₂ equivalente tra il 2030 e il 2050. Per lo stesso periodo, la Commissione dovrebbe proporre, secondo quanto apprende GEA, un bilancio di 16 gt di CO₂e.
La proposta sul target climatico sarà accompagnata da una comunicazione per una strategia sulla cattura, lo stoccaggio e l’utilizzo di CO₂ a livello industriale, in cui indicherà su quali settori fare affidamento in futuro. Lo scenario raccomandato, che porta a una riduzione del 90 per cento delle emissioni entro il 2040, prevede che vengano catturati 75 Mt di CO₂ all’anno a livello industriale. Tra le tecnologie che la Commissione prende in considerazione ci sono quelle che catturano la CO₂ direttamente dall’aria, che estraggono la CO2 direttamente dall’atmosfera in qualsiasi luogo, a differenza della cattura del carbonio che viene generalmente effettuata nel punto di emissione (ad esempio, da una centrale). Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) si tratta al momento della tecnica più costosa di cattura del carbonio. Esistono poi tecnologie che associano le bioenergie con cattura e stoccaggio della CO₂. La strategia della Commissione dovrebbe contenere un obiettivo di rimozione delle emissioni direttamente dall’aria per 100-200 Mt di CO₂ all’anno entro il 2050.
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