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Dopo il lockdown aumentate le vendite delle biciclette

È uscimmo a riveder le s(t)elle’. Parafrasando Dante, anche gli italiani, usciti dall’incubo del lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, hanno riscoperto il piacere di stare all’aria aperta e di sgranchirsi le gambe in sella a una bicicletta. Nell’ultimo scorcio del 2020 e per tutto il 2021, complice anche il bonus bici, gli italiani sono corsi a comprare una due ruote o a riparare quella che avevano parcheggiato in garage ormai da anni. La spinta al ritorno alla bici in parte è stata dovuta anche al timore delle persone di spostarsi sui mezzi pubblici a pandemia ancora in corso (treni, bus e metro in quel periodo hanno infatti registrato crolli di afflusso a due cifre) e per questo molti Comuni sono venuti incontro a questa nuova esigenza sistemando o creando nuove piste ciclabili. Vedi Milano.

DA ROSSIGNOLI, BOTTEGA STORICA, LA CORSA ALLA CITY BIKE

E proprio a Milano, un produttore di biciclette, Rossignoli (marchio storico in zona Brera, attivo dal 1900 e fresco di Ambrogino d’oro), ha registrato un balzo di vendite nel periodo immediatamente successivo al lockdown. “L’aumento c’è stato – spiegano dalla bottega di corso Garibaldi – e in parte è stato dovuto al bonus bici del governo. Noi produciamo prevalentemente city bike e chiaramente sono quelle che vanno per la maggiore“. Il loro pezzo forte infatti è il modello Garibaldi 71, in stile retro, in acciaio, sella in cuoio e manopole in eco pelle. “Una bici a chilometro zero – spiegano -: il telaio in acciaio è saldato e verniciato vicino a Milano, mentre la bici è montata in città e dintorni“. I maggiori acquirenti rimangono gli uomini, anche se le donne non mancano: per loro infatti sono pensati i cestini in cui riporre la borsa, tra gli accessori più venduti in questo periodo, insieme ai caschi e agli zaini.

DA BICI & RADICI TANTE RICHIESTE, MA POCHI PEZZI

Della stessa opinione è anche Bici & Radici, curioso negozio aperto nel 2012 nel quartiere Nolo, sempre a Milano, che vende sia bici sia piante (da qui le ‘radici’ dell’insegna). “L’utente medio – spiega la titolare – è il giovane-adulto, prevalentemente uomo. Dopo il lockdown si è riscoperta la voglia di stare all’aperto e di coprire il tratto casa-lavoro pedalando ed evitando di spostarsi sui mezzi pubblici o in macchina. Le richieste di bici continuano ad esserci, il problema è che non ce le mandano. C’è scarsità di pezzi“.

DA IGOR BIKE L’ACCELERATA NEL 2020-2021 FINO ALLO STOP RECENTE

E proprio di questo aspetto parla Igor Bike, negozio storico del quartiere Isola. “Fino al 2019 – spiega il titolare – si lavorava senza scossoni, poi nel 2020 il Covid ha bloccato l’Italia e anche noi siamo stati chiusi. Per un periodo abbiamo però riaperto perché rappresentavamo un servizio per la collettività, con la riparazione delle biciclette. Quando poi il Paese è ripartito siamo stati letteralmente invasi di richieste di bici, ma anche di riparazioni. Io ricordo le file fuori da Rossignoli di persone che volevano acquistare una bicicletta, anche grazie agli incentivi. Rispetto a prima posso dire che si vendeva tre volte tanto; per alcune biciclette speciali si arrivava ad aspettare anche un anno e mezzo. Poi il mercato si è bloccato, in parte perché saturo, in parte perché mancava la componentistica. I prezzi delle materie prime sono cresciute a dismisura e da settembre le vendite sono quasi ferme“.
Il settore che non si è fermato invece è quello delle bici da corsa, quelle cioè utilizzate dagli sportivi per le uscite più impegnative in montagna. “Quelle – conclude Igor Bike – non hanno mai subito uno stop. Gli appassionati sono pronti a spendere migliaia di euro per una bicicletta, hanno la disponibilità economica e cercano sempre il meglio. È chiaro però che rappresenta una piccola fetta rispetto alla stragrande maggioranza dell’utenza che cerca una bici sui 100-200 euro per spostarsi in città“.

Giulia Proietto Billorello

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