(FILES) In this file photo taken on May 24, 2019 A group of teenage protesters, part of the global movement "Fridays for Future" against climate change, gather in front of the White House in Washington DC. - With a sunny smile to the camera Alaina Wood delivers a burst of "good climate news" to her young TikTok audience, trying to reassure them that it is not too late for action on global warming. This cheerfulness is not because Wood has somehow failed to notice the litany of storms, floods and heatwaves battering the world and the dire projections of what is to come if fossil fuel emissions are not slashed. (Photo by Eric BARADAT / AFP)
Il 19 aprile è tornato lo sciopero globale per il clima. In Italia come in tutto il mondo si sono preparate nuovamente le piazze ecologiste per “protestare contro gli interessi che ostacolano la giustizia climatica e sociale inasprendo o generando instabilità e conflitti”. Quest’anno Fridays For Future è sceso in piazza insieme ai movimenti palestinesi per chiedere anche un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia di Gaza. “Gli interessi delle lobby fossili continuano a finanziare gli Stati responsabili di guerre, colonialismo e genocidi”, spiega Martina Comparelli, attivista di Fridays For Future Milano. Gli attivisti e le attiviste chiedono quindi “un intervento pubblico massiccio per realizzare la transizione ecologica, creare lavori per il clima e cambiare l’economia, anche in vista prossimo G7 in Puglia, a giugno”. Contemporaneamente, è stato annunciato uno sciopero promosso da parte del sindacato Sisa (Sindacato indipendente Scuola e Ambiente), per tutto il personale docente, dirigente e ATA, sia di ruolo che precario, sia in Italia che all’estero, per sottolineare, nel settore dell’istruzione, l’urgenza di affrontare le sfide attuali legate alla giustizia climatica e sociale anche nel contesto educativo.
Da Torino a Catania, da Brescia a Napoli il movimento climatico ha chiamato così a raccolta tutte le realtà che lottano “per la costruzione di un futuro condiviso e più equo per tutti”. “Abbiamo bisogno di riprenderci il futuro. Di agire per il benessere collettivo, fermando i progetti fossili confermati con il Piano Mattei come il raddoppio del gasdotto Tap, realizzando qui come altrove una transizione a pianificazione democratica” aggiunge Comparelli. A Torino e Roma hanno manifestato circa mille giovani.
Di transizione e Piano Mattei si parlerà anche al prossimo G7 in Puglia, a giugno, ma secondo gli attivisti ambientalisti “gli già insufficienti impegni presi nell’edizione precedente non vedono ancora un riscontro nelle politiche italiane”, come spiega Michele Ghidini, di Fridays For Future Brescia: “Serve una spinta decisa verso l’uscita dal fossile: se vogliamo davvero rimanere i +1.5°C dobbiamo seguire le indicazioni che la scienza ci ha dato già da tempo. L’ultimo rapporto dell’IPCC è chiaro: la transizione deve essere accelerata accompagnandola con misure di riduzione delle disuguaglianze come la cancellazione del debito”.
La manifestazione si è svolta anche all’estero. Circa cinquecento persone hanno partecipato a Stoccolma alla marcia. Al grido di ‘Solidarietà internazionale, abbiamo un solo pianeta!’ e ‘Le parole vuote di Pourmokhtari (ministro dell’Ambiente svedese, ndr) non salveranno il nostro pianeta’, manifestanti di tutte le età hanno marciato per la capitale svedese nonostante il freddo. “Ci siamo riuniti qui per difendere, ancora una volta, la giustizia climatica“, ha dichiarato l’attivista ambientale Greta Thunberg, presente alla marcia.”Facciamo la stessa cosa da più di cinque anni e mezzo, organizzando grandi scioperi globali per il clima e riunendo persone, giovani da tutto il mondo“, ha aggiunto. Il primo Global Youth Climate Day, nato dall’impegno dell’attivista attraverso il movimento Fridays for Future, ha mobilitato migliaia di giovani in tutto il mondo il 15 marzo 2019. A settembre dello stesso anni, milioni di loro hanno marciato in tutto il pianeta.
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