Gennaio 2025 è stato il più caldo a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 13,23°C, cioè 0,79°C al di sopra della media 1991-2020 per questo mese, spegnendo le speranze che il fenomeno La Niña interrompa quasi due anni di temperature record, dovute principalmente al riscaldamento globale causato dall’uomo. Lo rende noto il Copernicus Climate Change Service.
“Gennaio 2025 – spiega Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service – è un altro mese sorprendente, con il proseguimento delle temperature record osservate negli ultimi due anni, nonostante lo sviluppo delle condizioni de La Niña nel Pacifico tropicale e il loro temporaneo effetto di raffreddamento sulle temperature globali”.
La temperatura di gennaio è stata di 1,75°C al di sopra del livello pre-industriale, cioè prima che l’uomo alterasse radicalmente il clima attraverso l’uso massiccio di carbone, petrolio e gas fossili. Gli scienziati si aspettavano che i record del 2023 e del 2024, i due più caldi mai misurati, si fermassero con la fine del fenomeno naturale di riscaldamento El Niño e l’arrivo del suo opposto, La Niña. “È questo che ci sorprende un po’… non stiamo assistendo all’effetto di raffreddamento, o almeno di freno temporaneo, sulle temperature globali che ci aspettavamo di vedere”, spiega all’AFP Julien Nicolas, climatologo di Copernicus. Secondo l’esperto, si vedono addirittura segni di “un rallentamento o un arresto dell’evoluzione verso le condizioni di La Niña”, che potrebbero scomparire completamente entro marzo.
Le temperature globali, il cui aumento ha alimentato siccità, ondate di calore e alluvioni devastanti, dipendono fortemente da quelle del mare. Tuttavia, le temperature della superficie degli oceani, che coprono più del 70% del globo e sono i principali regolatori del clima, sono a livelli mai visti prima dell’aprile 2023. Gennaio 2025 è il secondo mese più caldo per la superficie dei mari, dopo il record assoluto stabilito nel gennaio 2024. Nell’Artico, dove l’inverno è anormalmente caldo, il ghiaccio marino ha raggiunto la sua più bassa estensione mensile a gennaio, con un 6% al di sotto della media, praticamente in parità con il gennaio 2018.
Con questo record di temperatura, il gennaio 2025 diventa “il diciottesimo degli ultimi diciannove mesi in cui la temperatura media globale dell’aria superficiale ha superato il livello preindustriale di oltre 1,5°C”, osserva Copernicus. Si tratta di un valore superiore alla soglia simbolica di +1,5°C, corrispondente al limite più ambizioso previsto dall’Accordo di Parigi del 2015, che mira a mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C e a proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C. Tuttavia, questo accordo fa riferimento a tendenze a lungo termine: un tale riscaldamento medio deve essere osservato per almeno 20 anni prima che il limite sia considerato superato.
In base a questo criterio, attualmente il clima si sta riscaldando di circa 1,3°C. L’IPCC stima che il limite di 1,5°C sarà probabilmente raggiunto tra il 2030 e il 2035. E questo indipendentemente dall’andamento delle emissioni umane di gas serra, che attualmente sono vicine al loro picco ma non ancora in declino.
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