C’era da aspettarselo: le emissioni di gas serra nel 2021 tornano a crescere con la piena ripresa delle attività economiche e della mobilità. Ma c’è una buona notizia: l’incremento non altera il trend di riduzione dei gas serra e di miglioramento dell’efficienza energetica registrato negli ultimi anni. A confermarlo è l’Ispra, che oggi ha diffuso ‘l’Inventario nazionale delle emissioni di gas serra e di altri inquinanti’ e gli ‘Indicatori di efficienza e decarbonizzazione’. La stima per il 2021 prevede in effetti un aumento del 6,8% delle emissioni rispetto al 2020, considerando un aumento del 6,5% del Pil. Resta rilevante il contributo dell’industria (+9,1%) e dei trasporti (+15,7%), ma anche per la produzione di energia per cui si stima un +2.2% nonostante la riduzione nell’uso del carbone (-35.2%). Secondo l’Inventario Ispra, nel 2020 le emissioni di gas serra diminuiscono del 27% rispetto al 1990 (passando da 520 a 381 milioni di tonnellate di CO2) e dell’8,9% rispetto al 2019, grazie alla crescita negli ultimi anni della produzione di energia da fonti rinnovabili (principalmente idroelettrico ed eolico), all’incremento dell’efficienza energetica nei settori industriali e alla riduzione dell’uso del carbone, ma anche alla pandemia da Covid che aveva portato ad un temporaneo blocco delle attività economiche e della mobilità.
“Il 2020 – spiegano gli esperti dell’Ispra – è stato un anno importante di verifica, per l’Italia e l’Ue, perché chiude il secondo Periodo di Kyoto”. Ebbene, facile intuire che dal 1990 i maggiori responsabili delle emissioni nazionali di gas climalteranti sono i settori della produzione di energia e dei trasporti. I dati al 2020, tuttavia, sono confortanti: -16,4% rispetto al 1990 e -19,4% nel periodo 2019-2020. “Sempre rispetto al 1990 – sottolinea Ispra – diminuiscono le emissioni provenienti dal settore delle industrie energetiche del 41% nel 2020, a fronte di un aumento della produzione di energia termoelettrica (da 178,6 Terawattora – TWh – a 181,3 TWh) e dei consumi di energia elettrica (da 218,7 TWh a 283,8 Twh)”.
Quanto al parco delle rinnovabili, nel 2020 la quota di energia prodotta da fonti pulite è stata del 20,4% rispetto al consumo finale lordo, un valore superiore all’obiettivo del 17%, più che triplicata rispetto al 2004 quando rappresentava il 6.3% del consumo finale lordo di energia.
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