This picture taken on January 11, 2022 shows birds flying as the sun rises over coal-fired powerplant of French multinational electric utility company EDF in Cordemais Lavau-sur-Loire, western France. (Photo by LOIC VENANCE / AFP)
Dalla decisione di un gruppo di imprese di diventare leader nell’azzeramento delle emissioni di gas serra, nasce CO2alizione Italia. L’obiettivo? Aumentare il livello di impegno delle aziende italiane nel raggiungimento della neutralità climatica fissato dall’Unione europea al 2050 per contrastare il riscaldamento globale e concorrere al raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima.
Il fulcro dell’iniziativa – alla quale hanno aderito oltre 60 aziende – risiede nell’adozione di una pratica di governance innovativa che vede lo statuto societario come strumento della formalizzazione dell’impegno. Infatti, le aziende aderenti si impegnano a evolvere progressivamente il proprio modello di business e il modello operativo verso un’economia a zero emissioni di gas climalteranti, obiettivo che viene integrato all’interno dello statuto societario in modo che diventi una vera e propria finalità dell’impresa – oltre a quella di generare utili – protetta nel tempo, anche in caso di aumenti di capitale e cambi di management, di passaggi generazionali o di quotazione in borsa.
Si tratta di un processo collaborativo mai sperimentato prima. Ma che “in assenza di leggi e piani regolatori coraggiosi” è essenziale per il processo di decarbonizzazione del Pianeta. Paolo Di Cesare, co-founder di Nativa, fra i promotori di CO2alizione, ha sottolineato: “È necessaria una condizione abilitante in grado di rendere permanente e istituzionalizzare – come parte integrante della governance aziendale – l’azione delle imprese verso il raggiungimento della finalità di neutralità climatica, affiancandola alla finalità di profitto. È giunto al termine il tempo delle promesse generiche. Comincia il tempo dell’impegno elevato a finalità stessa dell’impresa”.
(Photo credits: LOIC VENANCE / AFP)
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