Più azioni e meno Co2. É questo il messaggio scelto dell’edizione 2024 di ‘Earth Hour, l’Ora della Terra’ evento globale del Wwf che, dal 2017, invita tutti a spegnere le luci almeno per 60 minuti, per sensibilizzare sull’importanza delle azioni condivise per aiutare il nostro pianeta. I prossimi sei anni saranno cruciali per fermare crisi climatica e perdita di natura. Domani, sabato 23 marzo, alle 20.30, ora locale, per 60 minuti, si spegneranno le luci dei monumenti nelle principali città italiane e nel mondo, mentre milioni di persone dedicheranno un’ora del proprio tempo a un’azione per il futuro del Pianeta. Un appello per ribadire la necessità di proteggere la biodiversità della Terra e sottolineare quanto poco tempo ci rimane per farlo.
Nata a Sidney nel 2007, l’Ora della Terra è oggi una manifestazione mondiale in continua crescita che nel 2023 ha coinvolto oltre 190 nazioni con migliaia di spegnimenti e di azioni di volontariato ambientale. L’edizione del 2024, con lo slogan ‘+AZIONI -CO2: DIAMO UN FUTURO AL NOSTRO FUTURO!’ , arriva sulla scia del risultato della COP28 di Dubai dove si è concordato di “transitare fuori dai combustibili fossili”: il percorso per l’eliminazione delle fonti fossili è quindi fissato, ma viene continuamente messo in discussione e ritardato, nonostante la scienza ci ricordi che non si può più rinviare l’adozione di misure concrete. Se siamo tutti chiamati a dare un contributo, Earth Hour, oggi più che mai, rappresenta un appello alla Terra per la Terra, una chiamata all’azione affinché tutti agiscano insieme perché solo così si potranno ottenere risultati concreti.
In Italia, come ogni anno, sono molte le adesioni a livello locale e tutte le principali città spegneranno le luci dei siti più conosciuti: a Roma verranno spente le luci del Colosseo, di Piazza San Pietro, le luci esterne del Palazzo del Quirinale, di Palazzo Madama, di Palazzo Montecitorio e di Palazzo Chigi. A Venezia si spegneranno le luci di Piazza San Marco, a Ledro le luci del Museo delle Palafitte, a Torino le luci della Mole Antonelliana e dei ponti monumentali sul fiume Po, a Padova le luci del portico di Palazzo Moroni, di Piazza dei Signori, di Piazza dei Frutti, Piazza delle Erbe, le luci esterne di Palazzo Capitanio e di via 8 Febbraio; a Firenze le luci di Ponte Vecchio e Torre di Arnolfo, di Piazzale Michelangelo, della Basilica di Santa Croce, dell’Abbazia di San Miniato e del Duomo; a Trento le luci degli spazi espositivi del Muse: questi sono solo alcuni esempi delle 80 realtà che hanno scelto di aderire all’iniziativa.
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