Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega che punta a riscrivere le regole dell’edilizia italiana, con l’obiettivo di mettere ordine a un sistema frammentato e avviare la nascita di un vero ‘Codice dell’edilizia e delle Costruzioni’. Il provvedimento non introduce modifiche immediate, ma affida all’esecutivo una delega di 12 mesi per adottare uno o più decreti legislativi che riordineranno l’intera materia.
“Uno dei nodi centrali è il rapporto tra Stato e Regioni. Il futuro Codice – spiega Gianluca Buselli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – dovrà chiarire competenze esclusive, principi fondamentali e margini di intervento delle leggi regionali, riducendo il contenzioso e le profonde differenze territoriali. In questo quadro, l’introduzione dei LEP, livelli essenziali delle prestazioni, mira a garantire standard minimi uniformi per titoli edilizi, vigilanza, sanatorie e tolleranze costruttive”.
Ampio spazio è dedicato agli abusi antecedenti alla legge ponte del 1967.
“Non è previsto un condono generalizzato, ma una semplificazione delle procedure per la regolarizzazione, senza allargare i casi sanabili. L’idea – prosegue Buselli – è quella di consentire il rilascio del titolo in sanatoria previo adeguamento alle norme tecniche inderogabili”.
La delega prevede poi, una revisione delle categorie di intervento, sostituendo definizioni generiche con parametri misurabili. Ne dovrebbe derivare un sistema più automatico nella scelta del titolo edilizio richiesto (CILA, SCIA, permesso di costruire), con minore spazio al contenzioso.
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