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‘Sauvages’: un film d’animazione contro la deforestazione

Con ‘Sauvages’, film d’animazione presentato fuori concorso a Cannes, il regista Claude Barras porta gli spettatori nella foresta del Borneo con due bambini e un orango orfano, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione ambientale della deforestazione. “È un film d’animazione rivolto alle famiglie, ma è anche molto radicato nella realtà. Per me è importante raccontare la lotta delle persone che cercano di fermare la deforestazione nel Sud-Est asiatico“, ha spiegato il regista svizzero. “Penso che dovremmo sostenere le persone che lottano, e il mio modo di lottare è quello di interessarmi a tutti questi problemi”, continua. E ha aggiunto: “Dato che è legato all’olio di palma e che in Occidente ne consumiamo molto, riguarda direttamente anche noi“.

Diversi rappresentanti del popolo Penan che hanno accompagnato il regista sulla scalinata del Palais des Festivals sabato hanno lavorato per 30 anni per preservare la foresta pluviale del Borneo e il loro stile di vita nomade di cacciatori-raccoglitori. Komeok Joe è uno di loro. “È perché il governo non riconosce i nostri diritti che stiamo combattendo. Non vogliamo che i nostri figli diventino orfani nel luogo in cui vivono. È per questo che vado in giro per il mondo a parlare dei nostri problemi“, spiega l’attivista. “Questo film parla della nostra storia e dei problemi dei Penan”, afferma. “Io sono Penan e giuro che tutto questo è vero. Se non ci credete, venite. Vi mostrerò la foresta, i bulldozer, i fiumi sporchi, gli animali in fuga, le malattie…“.

Claude Barras ha anche creato un sito web dove è possibile intraprendere azioni concrete con Ong come Greenpeace France (petizione contro la deforestazione), Foodwatch (appello ai produttori di olio di palma) e il Bruno Manser Fonds (donazione per ampliare le riserve protette). “Potete anche aiutarci condividendo la nostra storia e preservare la foresta smettendo di acquistare olio di palma e legno da noi“, aggiunge Komeok Joe.

Claude Barras, 51 anni, si è fatto conoscere a Cannes nel 2016 con il suo primo lungometraggio, sceneggiato da Céline Sciamma, ‘Ma vie de courgette’ (La mia vita da zucchina), il soprannome di un ragazzo cresciuto dalla madre alcolizzata che finisce in affidamento dopo la sua morte. La sua nuova vita diventa un viaggio di iniziazione alla condivisione e all’empatia. Anche per la cittadina Kéria, eroina dell’onirico ‘Sauvages’, la scoperta della foresta pluviale con la cugina e il cucciolo di orango che ha adottato la immergerà in un viaggio iniziatico verso le sue origini e le sue convinzioni.

Quello che mi piace fare è rivolgermi ai bambini con film divertenti e accessibili, ma che trattano temi seri e attuali in modo realistico“, afferma il regista.

Chiara Troiano

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