Dall’assemblea invernale, Confagricoltura lancia il ‘Competition Plan’. L’obiettivo è trasversale: creare il terreno fertile per un’agricoltura protagonista del cambiamento globale, che non si limiti a rispondere alle necessità interne. Si tratta di ridefinire il futuro del settore e posizionare l’Italia “come leader a livello globale“. Non solo una dichiarazione d’intenti, per il presidente Massimiliano Giansanti, ma un “vero e proprio programma d’azione che traduce le idee in risultati concreti“.
Per trasformare l’agricoltura in un settore più produttivo, sostenibile e resiliente, bisogna per gli agricoltori italiani adottare politiche, innovazioni e risorse che permettano di passare “dal pensiero all’azione, dall’analisi alla concretezza“. Gli strumenti di cui dispone il settore devono essere adeguati, ma devono anche essere “orientati a lungo termine”, spiega Giansanti.
Le leve su cui agire sono cinque. La prima è porre la Pac al cuore della strategia europea, perché è uno dei principali strumenti a supporto del settore agricolo, ma la sua incidenza sul Pil dell’Unione Europea è diminuita progressivamente, passando dallo 0,66% nel 1993 allo 0,33% nel 2023. “Deve essere riformata per rispondere meglio alle sfide del presente e del futuro“, esorta il presidente di Confagricoltura, per il quale bisogna passare da un approccio meramente redistributivo a uno “realmente strategico, che premi chi investe in sostenibilità, innovazione e competitività“. La seconda leva è la gestione del rischio, per proteggere gli agricoltori dalle crisi. Perché il cambiamento climatico e la volatilità dei mercati mordono il comparto. Servono “fondi mutualistici“, modelli assicurativi avanzati, interventi pubblici mirati, nel piano di Confagricoltura. La terza leva è la digitalizzazione e l’innovazione, per un’agricoltura connessa e resiliente. “La tecnologia e l’intelligenza artificiale sono il nostro alleato più prezioso per affrontare le sfide del futuro. Dobbiamo accelerare la digitalizzazione del settore agricolo, garantendo che ogni impresa possa beneficiare delle innovazioni disponibili“, osserva Giansanti. Ancora, la confederazione chiede politiche commerciali coerenti, per difendere il modello agricolo europeo. Gli agricoltori italiani chiedono reciprocità degli standard, perché gli accordi come il Mercosur, domandano, “devono garantire che i prodotti importati rispettino gli stessi criteri di qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità richiesti agli agricoltori europei“. Ma chiedono anche tutela delle denominazioni d’origine per proteggere il Made in Italy, infrastrutture viarie, portuali e aeroportuali adeguate. Infine, il piano prevede di investire nella ricerca e nello sviluppo per costruire l’agricoltura del futuro.
Di necessità di proteggere il settore parla anche il ministro Francesco Lollobrigida, che ricorda che in questi anni gli agricoltori “si sono sentiti abbandonati dall’Europa e negli ultimi anni addirittura considerati antitetici rispetto alla tutela dell’ambiente, un vero paradosso“. Bisogna quindi, insiste, guardare con grande attenzione ad accordi come quello con il Mercosur, perché, osserva, “i trattati di questa natura sono più sopportabili anche in termini psicologici dai nostri agricoltori quando gli agricoltori sono certi che tu li proteggi e metti in campo tutti gli strumenti per garantirli dalla concorrenza sleale“. Se in un accordo con il Mercosur l’Italia può avere un guadagno complessivo, questo non dev’essere fatto “con il sacrificio di alcuni settori che vengono messi in ginocchio”: “Gli agricoltori devono essere certi che non sono stati sacrificati per altri”. “L’accordo è sottoscritto, ma abbiamo le condizioni per rileggerlo bene ed individuare elementi che arrivano dalle domande del mondo agricolo“, tranquillizza senza sbilanciarsi il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, intervenendo in videocollegamento.
Sul fronte del Lavoro, la ministra Elvira Calderone propone di costruire un percorso di valorizzazione delle professionalità e del legame fra aziende e lavoratori: “Le sollecitazioni di Confagricoltura sono state recepite – assicura – e io sono pronta ad aprire un tavolo permanente sul settore agricolo che abbia come elemento di partenza, come filo conduttore, la riforma del lavoro in agricoltura”.
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