Auto, Ue: No a cambio norme. Tesla e Mercedes verso ‘pool’ di marchi contro multe

Cambiare le norme già stabilite provocherebbe problemi di concorrenza. Ma usarle in tutta la loro capacità potrebbe portare a delle soluzioni. E’ iniziato da una settimana il 2025 – anno temuto dalle case automobilistiche per il rischio di incorrere nelle sanzioni dell’Unione europea in caso di non raggiungimento degli obiettivi fissati di riduzione delle emissioni di Co2 – e ad entrare nella questione delle multe sono il commissario europeo al Clima, Wopke Hoekstra, e le aziende stesse: Tesla e Mercedes in testa. Il primo lo fa rispondendo a una interrogazione inviatagli a dicembre; le seconde presentando alla Commissione europea una dichiarazione di intenti per formare un ‘pool’ di aziende che possano aiutarsi collettivamente a raggiungere gli obiettivi, venendo considerate come un’unica entità e non più come realtà distinte.

Un’opzione, questa, prevista dal regolamento sui livelli di emissioni di Co2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi. Da un lato, il testo stabilisce, dal primo gennaio 2025, un taglio del 15% rispetto al 2021 delle emissioni medie sia delle autovetture nuove sia dei veicoli commerciali leggeri nuovi; una quota del 15% di veicoli a zero e a basse emissioni delle rispettive flotte; e, in caso di non rispetto dei target, sanzioni pari a 95 euro per ogni grammo di Co2 oltre il limite per veicolo venduto. Dall’altro, dà la possibilità alle aziende di raggrupparsi: uno strumento che fa considerare tutti i costruttori di un ‘pool’ “alla stregua di un unico costruttore ai fini dell’adempimento dei loro obblighi” sulla riduzione delle emissioni. Di fatto, si creano una sorta di compensazione interna al gruppo tra chi rispetta i target di riduzione e di vendita di auto elettriche e chi no e un lavoro collettivo per arrivare agli obiettivi, evitando le multe.

Ed è questa la strada che stanno percorrendo diverse case automobilistiche. Ieri, la Commissione europea ha pubblicato le due dichiarazioni di intenti di formare pool aperti. La prima, presentata da Tesla come capofila del ‘pool‘, raggruppa 16 produttori – Toyota Motor Europe NV/SA, Toyota Motor Corporation, Toyota Gazoo Racing Europe GmbH, Ford Werke GmbH, Ford Motor Company, Mazda Motor Corporation, Subaru Corporation, Stellantis auto SAS, Automobiles Peugeot SA, Automobiles Citroen SAS, Stellantis Europe S.p.A., FCA US LLC, Alfa Romeo S.p.A., Opel Automobile GmbH, Leapmotor Automobile Co., Ltd. Ogni altro interessato ha tempo per aderire fino al 5 febbraio. La seconda, presentata da Mercedes Benz AG, raggruppa Mercedes-Benz AG, Mercedes-AMG GmbH, Volvo Car Corporation, Polestar Performance AB, smart Automobile Co., Ltd.. Ogni altro interessato ha tempo per aderire fino al 7 febbraio. In entrambi i casi, la richiesta riguarda il 2025 e la dichiarazione di formazione vera e propria del pool potrà essere presentata dalle aziende alla Commissione Ue entro il 31 dicembre 2025.

Dunque, una possibilità che le aziende cercano di utilizzare. Anche perché, come precisato da Hoekstra nella sua risposta scritta all’interrogazione, se “alcuni costruttori di veicoli hanno espresso preoccupazione in merito alla loro capacità di raggiungere il proprio obiettivo per le emissioni per il 2025“, “diversi altri importanti costruttori europei si sono detti fiduciosi” di riuscirci “e si sono fermamente opposti alla modifica del quadro 2025”. E, in questo contesto, “la modifica delle norme causerebbe una distorsione delle condizioni di parità e porrebbe tali produttori in una posizione di svantaggio competitivo“. Una strada impraticabile.

Valentina Innocente

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