Decarbonizzazione e competitività: arriva il Clean Industrial Deal Ue da 100 mld

E’ arrivato – come annunciato dalla presidente Ursula von der Leyen – nei primi 100 giorni di mandato della nuova Commissione europea. E’ il Clean Industrial Deal: documento atteso da mesi dal mondo produttivo, politico e dalla società civile, con l’obiettivo di sostenere la competitività e la resilienza dell’industria europea, accelerare la decarbonizzazione e unirla alla re-industrializzazione del Vecchio Continente.

La Commissione lo ha presentato oggi, svelando i numeri del capitolo delle risorse: “Nel breve termine, il Clean Industrial Deal mobiliterà oltre 100 miliardi di euro per sostenere la produzione pulita Made in Ue. Questo importo include un ulteriore miliardo di euro di garanzie nell’ambito dell’attuale quadro finanziario pluriennale“, si legge nel testo. Per von der Leyen, il documento taglierà “i lacci che ancora frenano le nostre aziende e creare un chiaro business case per l’Europa“. E per il commissario al Clima, Wopke Hoekstra, “è un punto di svolta per l’economia europea” e “non volta le spalle all’azione per il clima“. Anzi, “con questo piano, puntiamo a ridurre le emissioni industriali fino al 30%”, ha precisato in conferenza stampa. Più cauto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.C’è bisogno di maggiore concretezza, di risorse adeguate per sostenere le imprese in questa grande sfida. E’ bene che finalmente si parli di industria pulita e non di Green deal, però c’è bisogno di velocità, concretezza e risorse adeguate“, ha sottolineato.

Nel dettaglio, il Clean Industrial Deal si concentra su due settori: le industrie ad alta intensità energetica e le tecnologie pulite e pone al centro la circolarità per massimizzare le risorse limitate dell’Ue e a ridurre le dipendenze eccessive di materie prime di Paesi terzi. A questi elementi, si aggiungono poi dei ‘driver’ aziendali, cioè dei fattori di leva. Il primo è l’azione per ridurre i costi dell’energia – su cui la Commissione oggi ha proposto un Piano d’azione -, per accelerare l’introduzione dell’energia pulita e dell’elettrificazione, completare il mercato interno dell’energia con interconnessioni fisiche e l’efficienza, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili importati.

A seguire, il Clean Industrial Deal punta a stimolare la domanda di prodotti puliti. A tale proposito, “l’Industrial Decarbonisation Accelerator Act aumenterà la domanda di prodotti puliti realizzati nell’Ue, introducendo criteri di sostenibilità, resilienza e made in Europe negli appalti pubblici e privati” e, “con la revisione del quadro degli appalti pubblici nel 2026, la Commissione introdurrà criteri di sostenibilità, resilienza e preferenza europea negli appalti pubblici per i settori strategici”.

Terzo driver è quello dei fondi. Qui, la Commissione adotterà un nuovo quadro di aiuti di Stato che “consentirà un’approvazione semplificata e più rapida delle misure di aiuti di Stato” per rinnovabili e decarbonizzazione; “rafforzerà il Fondo per l’innovazione e proporrà una Banca per la decarbonizzazione industriale, puntando a 100 miliardi di euro di finanziamenti, sulla base dei fondi disponibili nel Fondo per l’innovazione, delle entrate aggiuntive derivanti da parti dell’Ets e della revisione di InvestEU“. Infine, gli altri driver sono la circolarità e l’accesso delle materiel prime – con l’obiettivo finale di avere il 24% di materiali circolari entro il 2030 -; l’azione su scala globale lanciando partnership di investimento e commercio puliti (Clean Trade and Investment Partnerships); e la formazione dei lavoratori, con un’Unione delle competenze.

Valentina Innocente

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