L’Intercontinental Exchange (Ice), la piattaforma che gestisce le quotazioni delle principali materie prime mondiali, ha reso noto il volume degli scambi di dicembre, del quarto trimestre e dell’intero anno 2023. “Ice ha iniziato a investire nella globalizzazione dei mercati delle materie prime decenni fa, e la nostra performance record fino al 2023 mostra il valore che i clienti trovano nella nostra piattaforma globale, sostenuta da benchmark profondamente liquidi in tutte le classi di attività”, ha affermato Ben Jackson, presidente della società. “Il complesso delle materie prime e dell’energia di Ice ha raggiunto record di volume e di open interest durante tutto l’anno, con i nostri mercati Brent, Wti, Ttf e agricoli, ciascuno scambiato a livelli record nel 2023, riflettendo il ruolo fondamentale che i mercati dei derivati di Ice svolgono nell’aiutare la nostra base di clienti globale a gestire i loro rischi di fronte a dinamiche della catena di fornitura sempre più complesse”.
Riguardo al petrolio, l’Open Interest totale è cresciuto del 28% anno su anno, con l’Average Daily Volume (Adv) – ovvero il volume medio giornaliero – in aumento del 31% a dicembre e del 32% nel quarto trimestre dello scorso anno. Il Brent ha registrato un aumento dei volumi quotidiani del 20% a dicembre, del 27% nel quarto trimestre e del 16% annuale. Nel caso del Wti invece i volumi medi giornalieri hanno segnato un balzo del 49% a dicembre, del 55% nel quarto trimestre e complessivamente del 27% rispetto nei confronti dell’intero 2022.
Anche i mercati del gas hanno evidenziato performance significative. Colpisce il boom del Ttf, il contratto di riferimento del mercato europeo. Più 97% annuale a dicembre, +116% nel quarto trimestre e ben +66% anno su anno. Segno che il tramonto dei flussi via gasdotto in Europa dalla Russia, ha aperto un nuovo mercato nel Vecchio Continente basato per lo più sugli approvvigionamenti via mare di gas liquefatto da prenotare a colpi di contratti.
Il 2023 ha segnato poi il forte interesse per due materie prime agricole: zucchero e cacao. Il volume medio giornaliero scambiato in contratti di zucchero è aumentato del 21% rispetto all’anno precedente (+96% solo a dicembre), segnando un nuovo record. Nuovo primato pure per il cacao, balzato del 14% rispetto al 2022. Più ridotti infine gli scambi sul caffè: +53% a dicembre, +16% nel quarto trimestre e +9% annuale.
Gas europeo, petrolio e zucchero sono dunque sul podio delle materie prime più richieste. Il nesso che li unisce è ovviamente la produzione energetica e, in particolare, di carburanti. I futures dello zucchero, ad esempio, oggi salgono di circa l’1,5% poco sopra i 21 centesimi per libbra, in rialzo rispetto al minimo di 11 mesi di 20,24 toccato il 21 dicembre, in scia alla ripresa delle quotazioni del petrolio. La maggiore redditività dell’etanolo da zucchero spinge infatti i produttori a utilizzare la canna per la miscelazione di biocarburanti invece che per la frantumazione dello zucchero, limitando la fornitura di dolcificante e facendo dunque pressione sul prezzo.
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