Produzione ai massimi da 9 anni e consumi da record. Le ultime previsioni mondiali sui cereali (grano e cereali secondari) per il 2025/26 sono aumentate di 13 milioni di tonnellate al mese (su base mensile), a 2.425 milioni. Secondo l’International Grains Council (Igc), si tratta del terzo aumento consecutivo e, analogamente al mese precedente, la revisione riflette principalmente gli aumenti per grano e orzo, poiché gli ultimi dati hanno confermato rese migliori del previsto in diversi produttori chiave. Con 98 milioni di tonnellate (+4%), l’aumento annuo della produzione dovrebbe essere il più significativo dal 2016/17 e include appunto incrementi “considerevoli” per mais (+59 milioni), grano (+27 milioni) e orzo (+8 milioni).
Con solo una parte dell’aumento dell’offerta destinata al consumo, fissato a 2.400 milioni di tonnellate in più rispetto a prima, la proiezione per le scorte finali globali (aggregato delle rispettive campagne di commercializzazione locali) è aumentata di 12 milioni di tonnellate al mese, raggiungendo il massimo triennale di 618 milioni. Principalmente a causa di un aumento del grano, le prospettive per il commercio di cereali sono leggermente aumentate rispetto a prima, a 440 milioni di tonnellate. La produzione di frumento è stata rivista a 827 milioni di tonnellate (+8 tonnellate mensili e in aumento rispetto alla stima 2024-25). Da record è la produzione argentina.
Secondo la Borsa merci di Rosario, la produzione nazionale di grano dovrebbe raggiungere i 23 milioni di tonnellate nella stagione 2025/26. Un volume che non solo segnerebbe un aumento del 14% su base annua, ma eguaglierebbe anche il record di produzione stabilito nel 2021/22. Questo miglioramento è dovuto principalmente a un forte aumento della resa media nazionale (+16%), mentre si stima che la superficie coltivata sia rimasta pressoché stabile rispetto alla stagione precedente. L’Igc prevede inoltre che il consumo di tutti i cereali raggiungerà un nuovo picco, con una crescita negli usi alimentari, mangimistici e industriali. Le scorte di riporto si accumuleranno alla fine del 2025/26, con un aumento di 25 milioni di tonnellate su base annua, a 614 milioni, trainate principalmente dall’accumulo da parte degli esportatori. Considerando un calo leggermente mensile, la produzione globale di soia nel 2025/26 dovrebbe rimanere pressoché invariata su base annua (-1 milione di tonnellate su base mensile, a 428 milioni totali). Sebbene il dato relativo ai consumi sia stato ridotto (-1 milione di tonnellate a 430 milioni), la riduzione delle scorte di riporto si traduce in un numero nominale inferiore per le scorte aggregate di fine stagione.
Novità sostanziali anche per il riso. Le stime sulla produzione sono state ridotte di 2 milioni di tonnellate su base mensile, ma le 542 milioni di tonnellate globali costituirebbero comunque un record, superando il totale dello scorso anno (541 milioni). Le previsioni relative al consumo e al commercio di riso si sono mantenute stabili rispettivamente a 540 milioni e 60 milioni di tonnellate, prevede l’Igc. L’incognita dei mercati è sempre legata ai prezzi. La produzione cerealicola ai massimi decennali fa aumentare infatti i timori di un crollo delle quotazioni nonostante consumi da record che però faticheranno ugualmente ad assorbire l’offerta. I futures su dicembre di grano e mais hanno già evidenziato un andamento al ribasso. Expana ricorda che la produzione di grano era stata già rivista al rialzo in Australia, Stati Uniti, Russia, Canada e Kazakistan, mentre la produzione di orzo ha raggiunto uno dei livelli più alti degli ultimi due decenni grazie alle rese record nell’Ue, in Russia e in Australia. Anche la produzione di mais ha raggiunto un nuovo record, trainata dagli aumenti negli Stati Uniti, in Ucraina e in Sud America. Si prevede che la domanda globale di cereali per mangimi animali aumenterà del 2,4% su base annua, sostenuta dai bassi prezzi ma attenuata dalla concorrenza della farina di soia e di colza. Si prevede che l’uso di grano per uso umano e industriale crescerà dell’1%, trainato da India e Turchia, mentre la domanda di mais per bioetanolo aumenterà del 2,8%, trainata da Brasile, India e Stati Uniti. Sarà forte anche l’espansione del commercio grazie alle importazioni in Medio Oriente e Asia, mentre è probabile che il commercio di orzo subisca una contrazione per un calo della domanda di mangimi.
La crescita del commercio di mais dipenderà dalla ripresa delle importazioni su larga scala da parte della Cina. Dopo l’allarme sui prezzi del grano italiano, lanciato dalle principali associazioni di categoria, e quello sulle restrizioni cinesi al commercio di soia che stanno mettendo in ginocchio il settore Usa, Coldiretti ha ricordato di recente che le importazioni “selvagge “di riso straniero fanno crollare i prezzi di quello italiano con i produttori nazionali che si vedono pagare quasi la metà rispetto a pochi mesi fa, con cifre precipitate al di sotto dei costi di produzione. Le quotazioni all’origine del riso tricolore per le varietà più note come il Carnaroli o l’Arborio sono quasi dimezzate, passando indicativamente da 1,-1,10 euro al chilo a 60-70 centesimi, nell’attuale campagna, nonostante una produzione di poco sopra i livelli dello scorso anno. A pesare, secondo Coldiretti, “sono gli arrivi di riso straniero, aumentati del 10% nei primi sette mesi del 2025” per un totale di 208 milioni di chili. Una situazione “aggravata dal fatto che il 60% di tutto il riso importato in Italia gode di tariffe agevolate, con il 50% che arriva confezionato” lamenta l’associazione del Made in I
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