Ue fanalino di coda mondiale produzione grano e mais per eventi climatici estremi

L’ultimo rapporto Wasde (World Agricultural Supply and Demand Estimates) pubblicato dall’Usda (United States Department of Agriculture) ha introdotto solo modifiche marginali alle stime di produzione e consumo di cereali e semi oleosi, influenzando solo minimamente i mercati agricoli. Sebbene alcuni cambiamenti siano stati registrati nelle proiezioni, l’impatto generale è stato piuttosto contenuto, con pochi movimenti significativi nei prezzi. Ad emergere soprattutto è il forte calo della produzione europea, dal grano al mais, dettata soprattutto da eventi climatici avversi. Uno degli aggiornamenti più significativi riguarda il mais, dove l’Usda ha rivisto al rialzo le stime di produzione per il 2024/25, aumentando di 39 milioni di bushel il totale, portando la produzione complessiva a 15,19 miliardi di bushel. Questo incremento è stato attribuito a una resa migliore del previsto. Nonostante la siccità che ha recentemente colpito il Corn Belt (la regione degli Stati Uniti dove la coltivazione di mais è predominante), l’agenzia agricola americana si è mostrata ottimista riguardo alle rese future. Riviste al ribasso invece le scorte finali di granoturco che rimangono comunque al di sopra delle aspettative del mercato, che si aggiravano intorno ai 2,033 miliardi di bushel (25,4 kg). Sul fronte internazionale, Usda ha ridotto le stime delle scorte finali globali di mais di 1,8 milioni di tonnellate, portandole a 308,4 milioni di tonnellate.

Nel settore della soia, il rapporto Wasde ha visto modifiche più contenute rispetto a quelle relative al mais. Le stime di produzione di soia per il 2024/25 sono state leggermente ridotte di 3 milioni di bushel (27,2 kg per la soia), portando il totale a 4,59 miliardi di bushel. Invariata la resa, aumentata leggermente la stime di consumo interno. A livello globale, le scorte finali sono state riviste al rialzo, passando da 134,3 milioni di tonnellate a 134,6 milioni di tonnellate, un aumento marginale che non ha avuto un impatto significativo sul mercato. Per quanto riguarda il grano, a livello globale, tuttavia, ci sono state alcune modifiche rilevanti. La produzione mondiale è stata leggermente ridotta di 1,4 milioni di tonnellate, portando il totale a 796,6 milioni di tonnellate. Un calo in gran parte attribuito alla riduzione dei raccolti nell’Unione Europea, a causa delle cattive condizioni climatiche, parzialmente compensata da aumenti di produzione in Australia e Ucraina. Nel dettaglio, spiega Usda, la produzione di grano nell’Unione Europea per la campagna di commercializzazione 2024/25 è stimata a 124 milioni di tonnellate metriche (mmt), in calo di 4,0 mmt rispetto al mese scorso, di 10,9 mmt rispetto all’anno scorso e dell’8% rispetto alla media quinquennale. L’area raccolta è stimata a 23,0 milioni di ettari (mha), in calo di 0,1 mha rispetto al mese scorso, di 1,3 mha (5%) rispetto all’anno scorso e del 4% rispetto alla media quinquennale. La resa è stimata a 5,39 tonnellate per ettaro (t/ha), al di sotto delle 5,54 t/ha del mese scorso, delle 5,55 t/ha dell’anno scorso e del 4% rispetto alla media quinquennale.

Le aree coltivate a grano hanno avuto mesi di piogge eccessive che hanno saturato i campi, ostacolato il lavoro agricolo, aumentato le malattie, impedito lo sviluppo dei chicchi e ritardato il raccolto nell’Europa nord-occidentale. In particolare, la produzione tedesca è stimata in calo di 1,5 mmt questo mese, a 18,8 mmt (con un calo rivisto di 0,1 mha nella superficie raccolta). Anche la Francia, il più grande produttore di grano dell’UE, ha lottato contro le piogge eccessive per tutta la stagione. La produzione francese si è nuovamente abbassata, attestandosi a 27,5 mmt, con un calo di 1,1 mmt rispetto al mese scorso. Si stima che la produzione francese sia inferiore a quella del 2016/17, anch’essa colpita dalle piogge, e anche la più bassa dal 1987/88”, evidenzia l’Usda. Invece “la produzione di mais nell’Unione Europea per la campagna 2024/2025 è stimata a 59 milioni di tonnellate metriche (mmt), con un calo di 1,5 mmt (2%) rispetto al mese scorso e di 2,5 mmt (4%) rispetto all’anno scorso, nonché dell’8% rispetto alla media quinquennale. L’area raccolta è stimata a 8,6 milioni di ettari, invariata rispetto al mese scorso, ma superiore del 5% rispetto all’anno scorso e inferiore del 3% rispetto alla media quinquennale. La resa è stimata a 6,86 tonnellate per ettaro (t/ha), rispetto alle 7,03 t/ha del mese scorso, alle 7,47 t/ha dell’anno precedente e alle 7,20 t/ha della media quinquennale“. Come sottolinea il report del Dipartimento dell’Agricoltura americano, “il mais è il cereale estivo predominante nei Balcani; tuttavia, questa coltura richiede molta acqua. L’Europa sudorientale dispone di un’irrigazione limitata per le condizioni esigenti delle colture estive nei Balcani. Le colture sono molto sensibili a questi eventi e sono state chiaramente stressate… E poiché il raccolto di mais è avanzato rapidamente verso la maturazione, la resa è peggiorata a causa del caldo estremo e della siccità”.

Valentina Innocente

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