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Tra nucleare e gasdotti la Germania è in difficoltà

Germania sempre più in difficoltà, nella morsa di una crisi energetica che spinge Olaf Scholz a riesumare il progetto di gasdotto iberico che pure si era tentato di realizzare per poi abbandonarne idea e concezione. Il cancelliere tedesco chiede una conduttura capace di portare il gas del nord Africa in Europa centrale via Spagna e Francia, con diramazione in Portogallo. La regione fin qui periferica e poco connessa alla rete energetica a dodici stelle viene ora considerata strategica per l’Europa, ma soprattutto per la Repubblica federale del post-Merkel, a difficoltà crescenti.

All’indomani dell’aggressione russa dell’Ucraina Berlino ha risposto abbandonando il progetto di raddoppio di Nordstream. Nordstream 2 non si fa più, e la conduttura ‘madre’ funziona adesso a capacità ridotta per via delle forniture tagliate dal Cremlino. Uniper, la principale compagnia energetica tedesca, combatte per evitare un crack tutto da evitare. Controllata da Fortum, compagnia findlandese di cui principale azionista è il governo di Helsinki, mosse e scelte di Scholz rischiano di creare un effetto domino.

Il cancelliere socialdemocratico è consapevole di ritrovarsi in una crisi tutta personale, in cui l’Spd rischia di pagare il prezzo politico più alto. Di fronte a penuria energetica e a bollette più care che l’opinione pubblica non saprà accettare senza malumori e malcontenti, il leader tedesco ha già fatto dietrofront sul nucleare. Le centrali tedesche si dovrebbero spegnere, ma Scholz ha pubblicamente ammesso che “avrebbe senso” prolungarne il ciclo di vita. Adesso ha iniziato a chiedere a gran voce una tubatura tutta nuova Portogallo-Spagna-Francia per l’Europa centrale.

Ne sta già discutendo con i partner. “Sono stato molto attivo nei colloqui”, assicura Scholz. Il primo ministro portoghese, Antonio Costa, gli dà ragione. Il gasdotto è “una priorità” per il Portogallo, la reazione del premier, convinto che “il Portogallo può svolgere un ruolo importante” nel contribuire a rendere l’Europa “autosufficiente dal punto di vista energetico”. Ma è nei confronti della Commissione europea che Scholz ha avviato un’attività di lobby, per far riconoscere l’infrastruttura come ‘europea’ e per questo da finanziare attraverso risorse comunitarie.

Il cancelliere della Bundesrepublik sa che “un tale gasdotto allevierebbe enormemente la situazione dell’approvvigionamento”, che in questo momento è soprattutto un problema molto tedesco. La Germania quindi riporta in auge la vecchia idea di quello che voleva essere il gasdotto MidCat. Concepito nel 2013 per portare il gas dal nord Africa all’Europa, via Spagna, per passare a Barcellona, e arrivare in Francia, è stato abbandonato per l’opposizione dei movimenti ambientalisti. Ma adesso serve all’Europa e ancor più alla Germania. La mossa di Scholz è la manifestazione ulteriore delle difficoltà in cui trova il cancelliere e il suo Paese, dove l’assenza di Angela Merkel si sente. Se ne stanno accorgendo gli elettori, e ne è consapevole il leader socialdemocratico, che cerca una via d’uscita.

Giulia Proietto Billorello

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