I dati dell’indagine Pmi di marzo hanno segnalato una contrazione del settore manifatturiero dell’eurozona, anche se sono stati chiari i segnali di un aumento del vigore, con i rispettivi indici della produzione e dei nuovi ordini che hanno mantenuto le loro recenti traiettorie ascendenti. Anche l’ottimismo delle aziende è aumentato al livello massimo in quasi un anno, ma le aspettative di crescita sono rimaste relativamente deboli, avendo quindi un impatto ulteriore sul livello occupazionale delle aziende. Allo stesso tempo sono diminuite drasticamente le interruzioni sulla catena di distribuzione, con i tempi medi di consegna che hanno registrato il miglioramento più elevato in sei mesi. Anche se al tasso più lento in un anno, i costi di acquisto hanno continuato a calare, e i prezzi di vendita sono stati scontati maggiormente. Nel dettaglio il Pmi del Settore Manifatturiero Eurozona, che mensilmente misura lo stato di salute delle fabbriche dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, a marzo ha raggiunto il livello minimo in tre mesi di 46.1, diminuendo da 46.5 di febbraio. Il calo dell’indice principale dell’indagine è stato causato dalla variazione dei due componenti più piccoli dell’indice: i tempi medi di consegna e la giacenza degli acquisti. Le interruzioni causate dalla deviazione dei mercantili dal Canale di Suez sono infatti diminuite, migliorando di molto le prestazioni dei fornitori (considerate come indicatore ciclico negativo in quanto di solito mostra fornitori meno occupati). (Segue)
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