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Dazi, Fazzolari: “Si troverà accordo con Ue”. Lollobrigida: “Certe politiche europee sono peggiori”

Se l’Europa trema alla prospettiva dei dazi del 25% annunciati da Donald Trump, il governo Meloni resta attendista. “In questa fase è importante riuscire a fare le valutazioni sui fatti concreti e non sulle dichiarazioni”, osserva Giovanbattista Fazzolari, ospite alle Terme di Saturnia del Forum in Masseria di Bruno Vespa. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio invita a non essere precipitosi e ricorda che Stati Uniti e Unione europea sono legati da una serie di interessi non solo commerciali. “Confido si troverà un accordo di buon senso“, scandisce, escludendo l’ipotesi di una sorta di ‘trattamento di favore’ per l’Italia, alla luce dei buoni rapporti tra il tycoon americano e la premier Giorgia Meloni. Sul fronte commerciale, a ogni modo, il disavanzo degli Usa nell’Ue è di circa 155 miliardi, di cui 42 solo italiani, quindi, ribadisce, “credo si troverà un accordo“.

Ancora più sereno si dice Matteo Salvini: “Chi ha paura di Trump ha paura del futuro, chi pensa che a Washington ci sia un nemico capisce poco o nulla”, tuona durante il suo panel a Saturnia. Anche la “politica minacciosa” dei dazi, sostiene il ministro dei Trasporti, “può essere un’occasione di guadagno di terreno per le imprese in Italia”. La ricetta è avere dei “rapporti bilaterali seri”, commenta il vicepremier, ricordando che “i dazi sul Messico sono durati il giro di qualche minuto, come i dazi sul Canada”. Sul fronte geopolitico, per Salvini la presidenza Trump è solo positiva: “Dopo 4 anni di Biden e 3 anni di guerre, Putin e Zelensky sono tornati a parlarsi e arriverà l’armistizio”. Per questo, affonda: “Rido quando von der Leyen minaccia i contro-dazi“.

Gli agricoltori però non riescono a sorridere. I prodotti italiani più esposti saranno quelli della grande tradizione gastronomica, in particolar modo il vino, l’olio, i formaggi, la pasta. “Mi auguro e spero che l’Unione europea sappia trovare un’unità, una sintesi sulle singole posizioni perché l’ultima volta con il governo americano addirittura fu fatto un sistema variabile di dazi e credo che questo non ce lo potremmo permettere”, denuncia Massimiliano Giansanti. Gli Stati Uniti sono uno dei principali mercati per l’Italia, che vale oltre 7 miliardi di euro di export. “Siamo cresciuti molto negli ultimi anni e se venisse applicato il dazio del 25% parliamo di un miliardo e mezzo almeno e, oltretutto, rischiamo di pagarlo anche sui prodotti che andremo a importare dagli Stati Uniti perché noi utilizziamo parte dei prodotti agricoli americani che poi vengono trasformati dal nostro sistema industriale, quindi rischiamo di pagarlo due volte, credo che il danno sia importante”, spiega il presidente di Confagricoltura. Per questo, la ‘guerra commerciale’ è un rischio veramente per la stabilità del commercio globale“. La richiesta ai leader europei è che Bruxelles sia davvero unita: “Lo vedo da imprenditore, ogni settimana un presidente del Consiglio va a incontrare Trump, credo sia opportuno iniziare a parlare in un’unica voce anche perché l’Unione Europea, se fa l’Unione, è molto più forte degli Stati Uniti”, insiste.

Francesco Lollobrigida ragiona in termini di mercato generale del Pianeta: “L’Europa non viaggia da sola. Le cose che mette poi in pratica Trump le attendiamo”, riflette, ribadendo che non è la prima volta che gli Stati Uniti impongono dazi e che gli effetti non sono sempre stati omogenei. Però, per il ministro dell’Agricoltura, prima di rispondere alla strategia statunitense, l’Unione europea dovrebbe proteggere la propria produzione prima di tutto dalle proprie regole, che a volte “hanno effetti anche peggiori”: “Non ci sarà mai nessun dazio al vino che possa equiparare la criminalizzazione quotidiana di questo prodotto”, chiosa. Per Lollobrigida i prodotti italiani, soprattutto quelli di fascia alta, non rischiano, perché “chi vuole Parmigiano non compra Parmesan, chi vuole i nostri preziosi vini non compra altre tipologie di vino“. Ma, se i dazi arriveranno davvero, il governo studierà interventi compensativi, assicura, facendo una valutazione rispetto alle annualità precedenti, per i settori più penalizzati.

dario.borriello

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