Il mondo ecologista francese “non può che rallegrarsi del fatto che il fuoco di sbarramento dei repubblicani abbia funzionato: l’estrema destra non è neanche lontanamente potente come previsto”. Alla luce dei risultati elettorali – che di fatto hanno spezzato i sogni di gloria di Marine Le Pen e del giovane Jordan Bardella – la Rete di azione per il clima, la principale alleanza di associazioni ambientaliste, guarda con favore alla sconfitta della destra, ma accusa comunque la maggioranza presidenziale uscente di essere “ancora troppo poco ambiziosa sulla transizione ecologica”.
La Rete, che riunisce 37 associazioni tra cui Greenpeace, Oxfam Francia, Azione contro la fame e Lega per la protezione degli uccelli (LPO), avverte: “la ‘tregua’ non deve cancellare la necessità di un ripensamento completo del dibattito pubblico democratico e del modo di fare politica”. Molte delle associazioni aderenti fanno parte di numerosi organi consultivi, come il Conseil national de la transition écologique (CNTE).
Queste associazioni hanno più volte criticato l’esecutivo uscente per essersi seduto sui compromessi adottati in queste istituzioni di “democrazia ecologica”. “Tutto resta da costruire: qualunque sia il governo che emergerà da queste elezioni”, la dovrà “rafforzare l’ambizione della pianificazione ecologica e collegarla a politiche sociali, di bilancio e territoriali commisurate alle questioni in gioco”. Con l’auspicio, quindi, di una transizione ecologica “efficace e pienamente equa dal punto di vista sociale”.
“Questo è un enorme sollievo e una vittoria per la democrazia, i diritti umani e il pianeta (…), possiamo respirare di nuovo”, ha dichiarato Jean-François Julliard, direttore generale di Greenpeace Francia, in una nota. Greenpeace assicura che sarà “presente per garantire che le promesse del programma del Nuovo Fronte Popolare”, che ha vinto, “non siano solo parole vuote”. Tra queste, la cosiddetta tassa sulla ‘ricchezza verde’ (ISF), la riduzione dell’Iva sui trasporti pubblici, la riapertura delle piccole linee ferroviarie, il ripristino del piano Ecophyto, il divieto di glifosato, neonicotinoidi e Pfas, il sostegno all’agroecologia.
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