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Giappone diffonde per la prima volta allerta per ‘megaterremoto’: premier annulla viaggio in Asia

E’ allerta megaterremoto in Giappone dopo la scossa di magnitudo 7.1 di giovedì. È la prima volta che viene emesso un allarme del genere da quando è stato messo in atto un nuovo sistema di allerta dopo il devastante terremoto del 2011, che provocò uno tsunami mortale e un disastro nucleare, con la morte di 18.500 persone. Tanto che il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha annullato il viaggio di quattro giorni in Asia centrale. “In qualità di primo ministro con la massima responsabilità nella gestione della crisi, ho deciso di rimanere in Giappone per almeno una settimana“, ha detto Kishida ai giornalisti. Il capo del governo avrebbe dovuto visitare il Kazakistan, l’Uzbekistan e la Mongolia e aveva programmato di partecipare ad un vertice che riunisse cinque paesi della regione.

La probabilità che si verifichi un altro forte terremoto è superiore al normale, ma ciò non indica che un terremoto si verificherà con certezza”, ha affermato l’Agenzia meteorologica giapponese (JMA) nel suo allarme, dopo una scossa di magnitudo 7.1 che ha provocato 14 feriti nel sud del paese e, secondo le stime, avrebbe reso più probabile un nuovo terremoto.
Tra Tokyo e la città di Osaka, nel Giappone occidentale, venerdì diversi treni ad alta velocità circolano a velocità ridotta a scopo precauzionale: sui social la compagnia ferroviaria ha avvertito di possibili ritardi per una durata di circa un’ora. Le autorità hanno incaricato le centrali nucleari di verificare il loro stato di preparazione in caso di catastrofe

Secondo gli esperti, questo ‘possibile’ terremoto potrebbe colpire una parte significativa della costa giapponese del Pacifico e mettere in pericolo circa 300.000 persone. L’Agenzia meteorologica giapponese (JMA) avverte che “se dovesse verificarsi un forte terremoto”, causerebbe “forti tremori e significativi tsunami”. La JMA ha affermato allo stesso tempo che “la probabilità che si verifichi un altro forte terremoto è superiore al normale, ma ciò non indica che un terremoto si verificherà con certezza”.  Secondo l’agenzia, il temuto “megasismo” potrebbe essere innescato nella “zona di subduzione” della fossa di Nankai, al largo della costa meridionale del Giappone, dove in passato si sono verificati altri terremoti. Si tratta di una fossa sottomarina che si estende per 800 chilometri dalla città di Shizuoka, situata a ovest di Tokyo, fino all’isola di Kyushu (a sud). È stato il punto di partenza di devastanti terremoti di magnitudo compresa tra 8 e 9 ogni 100 o 200 anni. È noto che questi megaterremoti, che tendono a verificarsi in coppia, generano formidabili tsunami lungo la costa meridionale del Giappone. Nel 1707, tutti i segmenti del Nankai Trough si ruppero contemporaneamente, innescando il secondo terremoto più potente della storia giapponese. Questo terremoto, che causò l’ultima eruzione del Monte Fuji, fu seguito da due megaterremoti nel 1854, poi altri due simili nel 1944 e nel 1946.

Il governo giapponese aveva stabilito in precedenza che esisteva una probabilità del 70% che un megaterremoto di magnitudo 8 o 9 colpisse il paese entro i prossimi 30 anni. Se dovesse verificarsi, il terremoto potrebbe colpire una parte significativa della costa giapponese del Pacifico, minacciando, nel peggiore dei casi, circa 300.000 persone e provocando, secondo gli esperti, danni per quasi 13.000 miliardi di dollari. “La storia dei grandi terremoti di Nankai è spaventosa“, scrivono i geologi Kyle Bradley e Judith Hubbard nella newsletter specializzata Earthquake Insights. “Sebbene prevedere i terremoti sia impossibile, il verificarsi di un terremoto generalmente aumenta la probabilità” che se ne verifichi un altro, spiegano.

Le autorità giapponesi ricordano ai residenti che vivono in zone a rischio di prendere alcune precauzioni e, ad esempio, chiedono loro di conoscere l’ubicazione del rifugio più vicino alla loro casa in caso di evacuazione. Molte famiglie giapponesi dispongono di un kit di sopravvivenza contenente una bottiglia d’acqua, una torcia elettrica, una radio o anche delle provviste che possono essere conservate a lungo. La probabilità che la scossa di magnitudo 7.1 avvenuta giovedì fosse un terremoto premonitore è “bassa”, sottolineano gli esperti Kyle Bradley e Judith Hubbard. “Ad esempio, in California, la regola generale è che c’è circa il 5% di probabilità che un terremoto sia un tremore premonitore”, sottolineano.

Valentina Innocente

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