Milioni di persone strette nella morsa dell’inverno, tra neve, gelo e freddo, mentre il Paese fa i conti con il buio più totale e la mancanza di acqua potabile. La ferita Ucraina – e in modo particolare la capitale Kiev e la sua regione – sta pagando un conto sempre più salato dell’aggressione russa. I missili di Mosca hanno colpito le principali infrastrutture energetiche e solo grazie a uno sforzo straordinario – anche della comunità internazionale – la situazione sta lentamente migliorando. Secondo l’aeronautica ucraina, la Russia ha lanciato circa 70 missili da crociera, 51 dei quali sono stati abbattuti, insieme a cinque kamikaze. Dieci le vittime almeno 50 i feriti nei raid che hanno provocato la sospensione dell’erogazione di acqua e la disconnessione di tre centrali nucleari, lasciando al buio e al freddo buona parte della popolazione, almeno il 70% di quella della capitale. Ma la Russia non ci sta e ha accusato la contraerea ucraina di aver causato enormi danni alle infrastrutture.
Gli ingegneri e i tecnici hanno lavorato ininterrottamente per far tornare la corrente elettrica a Kiev e, come ha riferito il sindaco Vitaliy Klitschko, il sistema idrico è stato ripristinato nel pomeriggio di giovedì anche se “ci vorrà del tempo perché funzioni a pieno regime”. A Kharkiv, invece, la seconda città del Paese al confine con la Russia, persistono “problemi di forniture di elettricità”. Proprio con le temperature che stanno precipitosamente scendendo sotto lo zero. Le tre centrali nucleari sono state ricollegate alla rete giovedì mattina e, gradualmente, dovrebbero consentire di aumentare l’approvvigionamento.
Il presidente Volodymyr Zelensky, parlando al Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha definito gli attacchi alle infrastrutture energetiche “un crimine contro l’umanità”. Opinione condivisa anche dalla Francia, secondo cui colpire la popolazione “alle soglie dell’inverno riflette il chiaro desiderio russo di far soffrire il popolo ucraino, di privarlo di acqua, calore ed elettricità per minare la sua resilienza”.
Ma gli ultimi attacchi hanno esarcebato ancora di più il rischio di un disastro nucleare e radioattivo. A lanciare un nuovo allarme è Energoatom, l’operatore nazionale dell’energia. Gli attacchi alle infrastrutture principali del Paese, sono “azioni criminali di Putin e dei suoi complici” che “stanno spingendo l’umanità sull’orlo di una catastrofe nucleare”, quindi “non possono essere chiamate altrimenti che ricatto al mondo intero”.
Photo credit: Afp
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