Il generale Francesco Paolo Figliuolo prende i primi contatti con il territorio per il nuovo compito di commissario alla ricostruzione post-alluvioni. Anche se formalmente la nomina non c’è ancora, in attesa del decreto che sarà portato molto probabilmente in Consiglio dei ministri questa settimana, , il generale di corpo d’armata, esperto di logistica, ha sorvolato i territori dell’Emilia-Romagna colpiti dalla furia di vento e pioggia lo scorso mese di maggio. Accanto a lui il governatore, Stefano Bonaccini, che in mattinata, prima di accogliere Figliuolo, lancia un messaggio diretto a Roma: “Non è stato ancora nominato e questo la dice lunga dei ritardi imbarazzanti del governo. E’ trascorso oltre un mese e mezzo dalla seconda drammatica alluvione, quando ci fu il terremoto dopo una settimana c’era già il commissario”. Parole che non sono passate inosservate nel dibattito politico nazionale, tant’è vero che la reazione di FdI non tarda, tra chi sostiene che l’atteggiamento di Bonaccini “oscilla tra l’imbarazzante e l’isterico” e chi, invece, gli consiglia di fare “mea culpa sul passato”.
Lo scontro, però, non interessa al commissario in pectore. “L’impegno è massimo, in questo momento bisogna ascoltare le esigenze per fare, nella maniera più condivisa possibile, gli interventi di primo tempo e allo stesso tempo pensare alla messa in sicurezza”, dice infatti Figliuolo. Che ha sorvolato le aree colpite dall’alluvione prima di incontrare, nella sede della Regione, a Bologna, il sindaco della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore, e i presidenti delle Province di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, di Ravenna, Michele de Pascale, di Rimini, Jamil Sadegholvaad, di Modena, Fabio Braglia, di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, di Ferrara, Gianni Michele Padovani, e il sindaco di Forlì, Gianluca Zattini. A seguire, il generale ha avuto un primo confronto anche con le parti sociali, sindacati e imprese, e le componenti della società regionale, tutti soggetti riuniti nel Patto per il lavoro e per il clima.
“Gli emiliano-romagnoli hanno già fatto tanto, ma vedere il territorio così mi provoca forti sentimenti emotivi. Il pensiero va agli sfollati e per chi sta ancora soffrendo per questa tragedia”, spiega Figliuolo in un punto stampa. Assicurando che “l’impegno è massimo, ma in questo momento bisogna ascoltare le esigenze per fare, nella maniera più condivisa possibile, gli interventi di primo tempo e allo stesso tempo pensare alla messa in sicurezza”.
Su questo punto c’è la sintonia con Bonaccini, che ricorda: “Ci conosciamo bene, abbiamo lavorato fianco a fianco e condiviso la stagione dell’era pandemica. Questo aiuta anche nel lavoro che dovremo fare. Ho detto al generale che vale un principio: stare vicino a famiglie, imprese, territori dell’Emilia Romagna ferita”. Il governatore, che sarà nella squadra dei subcommissari assieme ai presidenti delle altre Regioni colpite dal maltempo, Eugenio Giani (Toscana) e Francesco Acquaroli (Marche), spiega che il contatto sarà costante, anche se attende la nomina ufficiale. “Oggi ho fatto solo un sopralluogo, a breve arriverà anche il portafogli”, sottolinea il generale rispondendo alle domande dei cronisti. Per poi aggiungere che “i piani vanno fatti, ma è chiaro che ad ogni piano vanno associate le risorse, non solo economiche”. Sulla visita in Emilia-Romagna c’è comunque il via libera di Palazzo Chigi. “C’è la massima attenzione da parte del presidente del Consiglio e di tutta la compagine governativa. Il fatto che io sia venuto subito qui vuol dire che la presidente Meloni era molto d’accordo. C’è sintonia assoluta“, mette in chiaro.
Per quanto riguarda la ricognizione dei danni, Bonaccini ha consegnato lo stesso piano portato a Roma poche settimane fa, con la stima di quasi 9 miliardi. “E’ cogente fare interventi su famiglie e imprese, sui distretti produttivi. Questa è la food valley italiana”, dice ancora Figliuolo, che sta costruendo la struttura, ma “tutto sarà condiviso in armonia con i subcommissari”. Quello che preme di più al commissario in pectore è ricostruire “in maniera ottimale, mettendo a terra le risorse e traendo beneficio di fare opere che durano nel tempo”, perché così “c’è un ritorno anche economico”. Le parole d’ordine saranno “ricostruire bene, nel massimo della trasparenza e guardando al trend dei cambiamenti climatici”. Avvalendosi anche di esperti. Ha già parlato, infatti, con il Magnifico rettore dell’Università di Bologna, che ha messo in piedi gruppi di lavoro di esperti: “Presidenti e commissari possono avere tutta l’esperienza che vogliono, ma siamo difronte a fenomeni talmente complessi che servirà l’ausilio degli specialisti. E quelli sul territorio – conclude Figliuolo -, credo siano quelli che meglio li comprendono e li hanno a cuore”.
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