Un terzo dei ghiacciai sparirà entro 2050: Europa zona più a rischio

Negli ultimi 23 anni, dal 2000 al 2023, secondo gli ultimi studi scientifici, i ghiacciai globali, escludendo le calotte continentali di Antartide e Groenlandia, hanno perso il 5,4% della loro massa, una riduzione pari a circa 6558 miliardi di tonnellate. L’Europa Centrale, con Alpi e Pirenei, risulta essere l’area montana più colpita: qui le montagne si stanno riscaldando a una velocità circa doppia rispetto al resto del mondo e fenomeni come frane e colate detritiche sono in aumento. Un quadro a livello globale preoccupante, con ricadute importanti a valle, sulle comunità locali e sugli ecosistemi, su cui occorre intervenire subito.

Dall’Everest, il tetto del mondo, al Monte Bianco, la cima più alta d’Europa, la crisi climatica corre veloce tra i ghiacciai di tutte le vette. I dati messi in fila da Legambiente, incrociando diversi studi internazionali, e riassunti nel nuovo dossier dal titolo ‘Sos ghiacciai: un passato e un futuro da proteggere‘ che l’associazione ambientalista diffonde oggi – a supporto del Manifesto europeo e in vista della giornata mondiale dell’acqua dedicata ai ghiacciai – parlano chiaro: dal 2000 al 2023 la maggiore perdita relativa di ghiaccio si è verificata nelle regioni con una piccola area glaciale (cioè minore di 15.000 km²): Europa centrale (-39%), Caucaso (-35%), Nuova Zelanda (-29%), Asia settentrionale (-23%), Canada occidentale e Stati Uniti (-23%) e i ghiacciai di basse latitudini (-20%).

Passando ai ghiacciai alpini, ad oggi si registra la perdita di almeno un terzo della massa e con l’incremento delle temperature previsto entro il 2050 tutti i corpi glaciali al di sotto dei 3500 metri di quota saranno scomparsi. Tra quelli già estinti c’è il ghiacciaio di Flua in Piemonte, in Valsesia, mentre quelli del Canin (In Friuli-Venezia Giulia) e del Triglav (in Slovenia) sulle Alpi Orientali, si sono ridotti a residui sparsi di neve e ghiaccio. I prossimi destinati a scomparire sono quelli della Marmolada e dell’Adamello.

Nel resto mondo la situazione non è delle migliori: in Pakistan i 13.032 ghiacciai delle catene montuose del Karakorum, Hindukush e Himalaya hanno subito trasformazioni rapide, tanto che nel bacino del Palas (nell’Himalaya pakistano) si è assistito ad un ritiro del 16%, solo negli ultimi vent’anni. I ghiacciai montani lungo la costa occidentale della Groenlandia mostrano una riduzione di quasi il 15% dell’area complessiva e di circa il 19% del volume di ghiaccio, dal 1985 al 2020. Le montagne delle Ande hanno perso il 25% della loro copertura di ghiaccio dalla Piccola Era Glaciale.

Infine, non va dimenticato che la fusione dei ghiacciai è responsabile per il 25-30% dell’attuale incremento osservato nel livello del mare. Nel mondo sono quasi due miliardi le persone che vivono vicino alle coste, e circa 800 milioni a meno di 10 m sopra il livello del mare. Oggi questo livello risulta circa 20 cm maggiore rispetto al 1900, con un ritmo di crescita che è aumentato di oltre tre volte e attualmente si attesta a 4,5 mm/anno. Il Club Alpino Italiano, il Comitato Glaciologico Italiano, la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi, l ’Unione Delle Associazioni Di Alpinismo, European Union Mountaineering Association e Legambiente hanno presentato – insieme a un network di 60 firmatari tra ONG, enti di ricerca, aree protette e altre organizzazioni di diversi paesi – il Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai e per le risorse connesse che hanno promosso. L’obiettivo è implementare azioni comuni per garantire un futuro sostenibile per i ghiacciai e per le comunità che da essi dipendono, il tutto attraverso un’azione partecipata e condivisa tra le aree transfrontaliere che condividono le stesse condizioni geomorfologiche ed unità ecologiche funzionali.

mariaelena.ribezzo

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