Il mondo ha due realtà parallele, almeno così pare. Non si spiegherebbero altrimenti la coesistenza tra eventi come quelli a cui stiamo assistendo – siccità estrema da noi, alluvioni terrificanti successive a siccità estreme in India o Australia, scioglimento dei ghiacciai con tragedie come quella della Marmolada, solo per stare agli ultimi fatti di cronaca – e decisioni prese in contrapposizione o nella (quasi) totale indifferenza rispetto a questi fatti e a quanto afferma da decenni il mondo scientifico.
Nel mondo parallelo, la Corte Suprema degli Stati Uniti pochi giorni fa ha limitato i poteri dell’Epa (l’Agenzia per la protezione ambientale) nella riduzione delle emissioni di gas serra delle centrali elettriche previste dal Clean Air Act (normativa sulle emissioni). Nella realtà, lo stesso Paese soffre di alluvioni, incendi, uragani e siccità che diventano sempre più intensi e violenti causando morti e povertà diffusa.
Alcuni politici nostrani, sempre nel mondo parallelo, inseguono la primogenitura sull’estrazione di risorse fossili dal nostro mare – irrisorie come quantità, non immediate come disponibilità – o su progetti nucleari che hanno (se tutto va bene) una prospettiva che parte da 20-25 anni. Gli stessi risultano poi indifferenti al passaggio completo e diffuso in maniera capillare (dalle comunità energetiche in su, ad esempio) del solare. Nella realtà si potrebbero installare e incentivare economicamente, ad esempio, pannelli su TUTTI i tetti di abitazioni già disponibili, sui parcheggi, sulle fabbriche, evitando di consumare ulteriore suolo (agricolo, per giunta). Questo comporterebbe in tempi anche brevi una soluzione al problema della fornitura di una buona fetta di energia e dei costi delle bollette per le famiglie (e per molte piccole imprese). Anche in questo esempio, nel mondo parallelo si trascura le indicazioni da parte degli scienziati mentre nel mondo reale li si intervista in occasione delle tragedie.
Solo in una realtà parallela possiamo assistere al dramma (reale) della siccità che colpisce l’agricoltura e gli allevamenti anche in alta montagna, il turismo e altri settori economici, una siccità annunciata fin dall’inverno nella totale indifferenza istituzionale, e sentire interviste a imprenditori del settore sciistico che nel giorno di Pasqua gongolavano per la straordinaria stagione invernale perché il sole costante e le temperature elevate avevano favorito il pieno di turisti “tanto la neve possiamo spararla, qui in questo periodo non manca l’acqua”.
Solo in una realtà parallela può accadere che i negazionisti di ieri, coloro che accusavano gli scienziati di essere catastrofisti e hanno bloccato ogni tentativo di cambiamento nelle strategie energetiche del Paese, oggi sostengano che la colpa della gravissima mancanza di pianificazione, sia per l’adattamento ai cambiamenti già in atto che per la riduzione delle emissioni, sia causata dai ‘no’ di altri.
Ma se il mondo parallelo non esiste, come sospetto, allora tutto questo finirà per causarci gravi problemi e difficoltà maggiori di quelle che stiamo appena assaggiando. Quello che sta accadendo è un po’ come continuare a correre senza rallentare quando davanti hai un muro o un abisso (a scelta del lettore). Come definiremmo una persona che lo fa? Potrebbe essere un cieco o un folle. Potrebbe essere semplicemente un imbecille, che crede di poter superare il muro (o l’abisso) solo perché lui è un uomo, quindi superiore alle leggi della fisica: ‘Ho corso fino ad ora senza sbattere, perché dovrei sbattere domani?’.
Ma noi non siamo tutti ciechi, non siamo tutti folli, non siamo tutti così presuntuosi da credere di poter superare ogni legge fisica. Dobbiamo pretendere una rivoluzione pacifica e sostenibile: azioni più ambiziose di quelle avviate, più rapide delle timide programmazioni attuali e destinando a questo sforzo tutte le risorse possibili, togliendole a chi brucia il Pianeta e continua a guadagnare e speculare sul nostro futuro.
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