Portare a termine le riforme previste dal Pnrr, con Draghi premier e senza “ipocrisie” ecologiche. È l’obiettivo del ‘terzo polo’, l‘alleanza Azione-Italia Viva, che presenta il programma in vista del 25 settembre. Carlo Calenda è convinto di avere più di una chance, perché “la partita si gioca sul proporzionale al Senato e possiamo vincerla”. Poi ricorda: “Non esiste il voto utile, perché in campo ci sono quattro coalizioni“.
Nessuna promessa irraggiungibile, assicura, solo quella di seguire l’agenda dell’ex capo della Bce. “Chi dice di voler cambiare il Pnrr vuole farlo saltare“, avverte. Ricontrattarlo, spiega Elena Bonetti, in quota Iv, significa far correre al Paese “un rischio grande“: “Noi questo non ce lo vogliamo e non ce lo possiamo permettere, verremmo meno all’impegno verso l’Europa e verso i cittadini di realizzare le riforme che il nostro Paese aspetta da anni“, precisa.
Sulla difesa del premier uscente fa leva anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che non partecipa alla presentazione del programma in Senato, ma parla in radio: “Dico che a scegliere dovranno essere gli italiani e per me dopo le elezioni a palazzo Chigi deve restare Mario Draghi, non deve esserci Giorgia Meloni. È il più adatto a fare l’interesse del Paese in questo frangente nazionale e internazionale“.
Il governo Draghi è stata una garanzia, una “protezione” per l’Italia, scandisce Mara Carfagna, entrata nelle fila di Azione. La caduta, sottolinea Calenda, ha nomi e cognomi, a cui gli italiani dovranno rivolgersi “se non si trovasse un accordo per il price cap e il prezzo del gas raggiungesse un prezzo incontrollato“. “La trattativa ora, grazie a Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Silvio Berlusconi, diventa difficile. L’aumento dei costi sarà un problema disastroso, perché l’Italia non ha fatto investimenti per diversificare“, afferma.
Poi si appella affinché le altre forze politiche siano “serie” in tema di transizione energetica e ambientale: “È ridicolo il Pd che dice sì al rigassificatore, ma solo a patto che si spenga tra 5 anni. Ma che vuol dire? C’è una data di scadenza? Hanno trovato una soluzione per rimpiazzare il gas?“, domanda. L’impegno ad arrivare a emissioni zero, insiste, “si raggiunge solo impiegando un’energia costante che, appunto, non emetta”. Traduzione: si raggiunge solo con il nucleare. E “se qualcuno ha una soluzione diversa, che la proponga – è l’invito -, siamo molto interessati“.
No quindi a un “ambientalismo ideologico” che, sostiene il leader di Azione, “spinge le aziende a spostarsi nei Paesi in cui possono inquinare, con la soluzione che l’ambiente peggiora e noi perdiamo l’occupazione“.
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