TARANTO-ARCELORMITTAL EX ILVA, GLI IMPIANTI ACCIAIERIA ACCIAIERIE IMPIANTO SIDERURGICO SIDERURGIA ARCELOR MITTAL
Tutto sospeso e rinviato. Il tavolo di confronto tra governo, sindacati e la struttura commissariale di Acciaierie d’Italia si chiude con uno stop and go che lascia sul banco le principali questioni. La riunione riprenderà la prossima settimana, sempre a Palazzo Chigi.
“Lo Stato deve garantire la continuità dell’azienda, per noi è fondamentale”, dice il segretario generale della Fiom, Michele De Palma. Avvertendo: “Siamo a un passo da una situazione molto più complessa, dobbiamo evitare il rischio che si finisca in un punto irreparabile”.
Sono tanti i punti interrogativi che attendono una risposta. Dubbi e le perplessità che riguardano soprattutto la trattativa con Baku Steel: “Era stato dichiarato che a giugno si sarebbe dovuta concludere, è del tutto evidente che i tempi non saranno quelli”, continua De Palma. Ammonendo: “Il fatto che si sia fermato Afo1 non può mettere in discussione il piano di ripartenza e il piano di transizione”.
Alla vigilia dell’incontro a Palazzo Chigi sono state proclamate 4 ore di sciopero negli stabilimenti, che ha portato poi all’occupazione temporanea della Statale di Taranto. Un segnale che la situazione è davvero in una zona d’allarme. “Abbiamo chiesto garanzie per i lavoratori, per le prospettive e abbiamo chiesto di ripristinare una condizione normale all’interno dei vari stabilimenti: tutti questi temi non hanno avuto risposte adeguate”, lamenta il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Che vede il negoziato con Baku Steel “in salita”, ragion per cui “la situazione di incertezza e di difficoltà alimenta i dubbi e le preoccupazioni”.
L’impasse si è acuito dopo l’incendio scoppiato all’Altoforno 1 di Taranto a inizio maggio, che di fatto ha attivato un freno alla produzione. “Inutile sottolineare quanto sia particolarmente drammatico il momento, certamente uno dei più difficili, se non il più difficile in assoluto da quando abbiamo iniziato a vederci”, ammette anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che presiede il tavolo assieme al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, alla ministra del Lavoro, Marina Calderone, al responsabile del Mase, Gilberto Pichetto Fratin, e al neo consigliere per le relazioni con le parti sociali, Stefano Caldoro. Quello che è accaduto due settimane fa “possiamo prenderlo come un dato oggettivo rispetto al quale adesso definire insieme il percorso”, continua Mantovano. Che dice chiaramente: “Non rifuggiamo le responsabilità, ce le accogliamo, anche se tante delle cose che hanno determinato la situazione di oggi non dipendono assolutamente dalle nostre scelte”. Il sottosegretario, poi, tende la mano ai sindacati: “Dobbiamo individuare delle vie d’uscita”, dunque “non dobbiamo considerarci reciprocamente parti contrapposte”.
Dopo le fiamme all’Afo1, però, si sono palesati nuovamente i fantasmi del passato. “Il negoziato con Baku Steel non è in fase di approfondimento, perché mancano le precondizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale e le informazioni rispetto al tema della rigassificazione, del costo dell’energia”, sottolinea il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano. Va addirittura oltre Usb: “Abbiamo chiesto fortemente che si parli di nazionalizzazione dello stabilimento e della siderurgia italiana, è l’unico modo per uscire dal rischio, plateale, di ritrovarci ancora dentro al ricatto del privato”.
Dal question time alla Camera, Urso assicura che “il governo intende perseguire tutte le strade possibili per garantire la ripresa produttiva del sito, in un percorso di piena decarbonizzazione attraverso tre forni elettrici”. Da lunedì si torna in campo.
Il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica ha dato il via libera al progetto del…
Un'Europa più forte, coesa e protagonista in un contesto internazionale delicato e di transizione, che…
Il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica ha dato il via libera al progetto del…
Il Marocco si è affermato nel 2024 come primo esportatore africano di veicoli, detenendo il…
"La decisione della procura di Taranto mette a rischio il processo di riconversione ambientale del…
"Oggi siamo a un passo da una situazione molto più complessa, quello che dobbiamo evitare…