Photo credit: Quirinale
È duro il discorso di Sergio Mattarella al concerto in onore del Corpo diplomatico, in occasione della Festa della Repubblica. Sono le guerre il fulcro delle parole del capo dello Stato: conferma il “fermo e convinto sostegno a Kiev” augurandosi che prosegua il lavoro per “giungere a una pace giusta, complessiva e duratura”. Ma è sul Medio Oriente che concentra le attenzioni.
Ricorda “il sanguinario attacco di Hamas” del 7 ottobre 2023, “contro vittime israeliane inermi, con ostaggi odiosamente rapiti e ancora trattenuti, che vanno immediatamente liberati”, ma allo stesso tempo mette in luce il “dramma in atto nella striscia di Gaza”. Mattarella non usa giri di parole: “È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. Si impone, subito, il cessate il fuoco”. Non solo, perché il presidente della Repubblica ritiene “in qualunque caso indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali” per consentire la “ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”.
Mattarella, poi, aggiunge: “Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano”. Ancora, continua il capo dello Stato, considera “grave l’erosione di territori attribuiti alla Autorità Nazionale Palestinese” perché “i palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi”. Una prospettiva, questa, assieme alla “sicurezza di Israele”, che il presidente della Repubblica definisce “imprescindibili” ma che “appaiono gravemente minacciate dalla semina di sofferenza e di rancore prodotta da quanto sta accadendo”.
Allo stesso modo non è possibile abbassare la guardia, perché è alta la preoccupazione per “le manifestazioni di antisemitismo che si riaffacciano nel mondo”.
Mattarella tocca diversi aspetti del tema. “Dal territorio d’Europa al Medio Oriente, come ovunque, in qualsiasi continente, l’occupazione illegale di territori di un altro Paese non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio, della barbarie nella vita internazionale”, è l’allarme lanciato dal presidente della Repubblica. Che avverte anche altre preoccupazioni: “In tanti luoghi del mondo emergono teatri di instabilità agevolati dalla violenza e dallo scontro che sembrano, per taluno,essere divenuti la misura dei rapporti internazionali”.
Un discorso che si ricollega perfettamente alla conclusione dell’intervento: “La pace non è un ideale per anime ingenue, stroncato poi dal severo giudizio della storia. La pace è esperienza che statisti lungimiranti hanno saputo pazientemente costruire: occorre proseguirne l’opera”. Ragion per cui “non ci si deve (e non ci si può) limitare a evocarla. È necessario – esorta Mattarella – impegnarsi perché prevalgano i principi della leale collaborazione internazionale, della convivenza pacifica, realizzati mediante il dialogo, la costruzione di misure crescenti di fiducia vicendevole”. L’applauso della Sala dei Corazzieri è caloroso e sentito, con in prima fila la premier, Giorgia Meloni, e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ad ascoltare con attenzione le parole del capo dello Stato. Che chiude facendo a tutti gli auguri della Repubblica. Buon 2 giugno.
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