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Via libera definitivo alla manovra dopo l’ok della Camera, l’approvazione è arrivata entro l’ora di pranzo con 216 sì, 126 contrari e 3 astenuti.
Una legge di bilancio “seria e responsabile”, secondo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “costruita in un contesto complesso, che concentra le limitate risorse a disposizione su alcune priorità fondamentali: famiglie, lavoro, imprese e sanità”. La premier sottolinea la prosecuzione “nel percorso di riduzione dell’Irpef per il ceto medio, nel sostegno alla natalità e al lavoro, nel rafforzamento della sanità pubblica e nel supporto a chi investe, produce e crea occupazione”. Il governo, sostiene Meloni, ha lavorato per rendere “strutturali misure già avviate” e “per rafforzare quelle che incidono realmente sulla vita quotidiana degli italiani. Un altro passo avanti per dare certezze alla nazione e continuare a costruire un’Italia più solida, competitiva e capace di guardare al futuro con fiducia”.
Di tutt’altro avviso l’opposizione, coi deputati dem che subito dopo la votazione hanno alzato in Aula dei cartelli con la scritta ‘Disastro Meloni’, sull’onda delle dichiarazioni di voto in cui la segretaria Elly Schlein aveva attaccato duramente il governo per una manovra “che aiuta i ricchi”, “non si occupa dei veri problemi degli italiani”, “prevede una crescita zero”, “è sbagliata e austera”, “tradisce le promesse”. Immediata la replica del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Falso. Non è una manovra per ricchi, gli sforzi si concentrano sui redditi medio bassi”. Il punto fondamentale della manovra, sostiene, “è che abbiamo detassato gli aumenti contrattuali fatti nel settore privato, oltre ad avere aumentato i contratti pubblici e aver chiuso tutti i contratti pubblici che erano fermi da anni”. Sul fronte pensioni, ricorda, “abbiamo ridotto di due mesi, nel 2027, l’aumento dell’età pensionabile che in automatico sarebbe aumentata di tre mesi”. E nel 2026, “se le cose continueranno ad andare bene sui conti pubblici come sono andate fino a oggi, cercheremo di ridurre anche quel mese in più che partirebbe dal 2027″. E alla spesa sociale, giura, “non abbiamo tolto un solo euro da dare alle armi”.
La legge di bilancio fa storcere la bocca a tutta l’opposizione, non solo ai dem. E’ una manovra “che aumenta la pressione fiscale, aumenta il debito, non blocca la fuga dei cervelli, non aiuta imprese e famiglie”, commenta il leader Iv, Matteo Renzi. Preannuncia un futuro per Giorgia Meloni difficile la capogruppo Iv al Senato, Raffaella Paita: “Questa manovra si preannuncia come possibile punto di svolta nel rapporto tra la premier e il Paese: davanti a un simile disastro la realtà sta strappando il fondale di cartapesta della narrazione del meraviglioso mondo di Meloni”. “Ho proposto in Aula di affiggere il cartello ‘Vendesi’ davanti al portone di Montecitorio. La democrazia parlamentare è stata svenduta, è finita – afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi – questa legge è stata votata effettivamente da 10 senatori, i membri della Commissione Bilancio. Il Parlamento non ha potuto incidere”. “Gli stipendi sono fermi al palo e si aumentano le spese militari, tutto questo è folle e sbagliato. Servivano scelte diverse”, aggiunge Nicola Fratoianni di Avs.
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