LA PRESIDENTE GIORGIA MELONI A WASHINGTON PER IL VERTICE TRUMP -ZELENSKY E CON I LEADER EUROPEI
Nei negoziati per arrivare alla pace in Ucraina, l’Italia mette il cappello sulla proposta di introdurre garanzie di sicurezza plasmate sul modello dell’articolo 5 della Nato. Un passo che potrebbe essere la chiave per chiudere il conflitto e che garantirebbe l’intervento degli alleati nel caso in cui l’Ucraina venisse attaccata nuovamente, dopo il raggiungimento di un cessate il fuoco.
“L’Occidente unito, per costruire la pace e garantire la sicurezza delle nostre nazioni e dei nostri popoli“, scrive sui social la premier, Giorgia Meloni, che ieri era la più vicina a Donald Trump al tavolo che ha riunito Stati Uniti ed Europa con il presidente ucraino Volodomyr Zelensky.
Gli alleati occidentali di Kiev formalizzeranno i dettagli delle garanzie di sicurezza “entro dieci giorni”, fa sapere Zelensky. Bisognerà capire quali garanzie saranno totalmente a carico dei paesi europei e in quale caso ci sarà la partecipazione statunitense, promessa da Trump. La coalizione europea sosterrà la maggior parte del peso del nuovo assetto della difesa, anche perché in molti non si fidano di Vladimir Putin, a partire dal presidente francese, Emmanuel Macron.
L’Italia, che si era resa disponibile a ospitare l’incontro, appoggia comunque la possibilità che si tenga in Svizzera, a Ginevra. Lo conferma il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in missione a Berna. “A Roma – spiega – c’è il problema della Corte Penale internazionale e quindi sarebbe stato più complicato. Credo che la sede di Ginevra possa essere la sede migliore”, sottolinea. La Corte Penale Internazionale ha spiccato infatti un mandato nei confronti di Putin e in sede svizzera, in territorio neutrale, non si porrebbe questo problema. Sulla pace c’è ancora molto lavoro da fare, ammette Tajani, che però sottolinea il grande “passo in avanti” fatto ieri a Washington. Avere un confronto a due, Putin-Zelensky, poi allargato al Presidente degli Stati Uniti, è una decisione che “ci fa ben sperare per la conclusione della guerra entro la fine dell’anno”, osserva il vicepremier.
Tajani saluta con soddisfazione la forte presenza dell’Europa e rivendica: “Benissimo che sia stata accolta la proposta italiana di garantire la sicurezza dell’Ucraina in futuro con una sorta di copia dell’articolo 5 della Nato”. E’ uno strumento che, secondo il ministro degli Esteri, dà forza anche a Zelensky nella trattativa con Putin. Sulle elezioni a Kiev non si pronuncia: “Non spetta a noi decidere quando e come tenerle“, evidenzia. Di certo, ribadisce: “Noi difendiamo sempre la democrazia, il primo obiettivo perché ci possano essere elezioni deve essere il raggiungimento della pace“.
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