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Gas ed elettricità +50% in un mese tra caldo e rischio scioperi in Australia

Notevole e continuo rialzo negli ultimi giorni del prezzo dell’energia. Il prezzo del gas al TTF è a quasi 45 Euro/MWh, mentre quello dell’energia elettrica in Italia è dato per domani a 157 euro/MWh! La cosa deve iniziare a preoccupare!!!”. Così Paolo Arrigoni, presidente del Gse, in un commento su X. Non siamo ad agosto 2022 quando il gas raggiunse i 350 euro per megawattora e la luce arrivò a un picco di quasi 700, tuttavia il balzo dell’ultima settimana dei prezzi è intorno al 50% rispetto alla media di agosto e degli ultimi mesi. Alla base dei rincari, per ora solo sui mercati, che potrebbero arrivare nelle nostre bollette da settembre, è quello che succede in Australia e in Norvegia, ma anche il clima torrido che avvolge il Vecchio Continente.

Domani i lavoratori di Woodside, in Oceania, terranno un ultimo round di colloqui con i datori di lavoro, che potrebbero portare a uno sciopero la prossima settimana che interesserà l’impianto di Gnl North West Shelf da 16,9 milioni di tonnellate/anno se non verrà raggiunto un accordo su retribuzioni e condizioni. Ulteriori colloqui giovedì e venerdì con Chevron potrebbero rivelare se uno sciopero colpirà gli impianti della società in Australia la prossima settimana, con la produzione delle unità di gas liquefatto di Wheatstone da 8,9 milioni di tonnellate/anno e di Gorgon Lng da 15,6 milioni di tonnellate/anno. “Se gli scioperi verranno confermati, la reazione [in Europa] sarà massiccia. Ma se non ci sarà uno sciopero, i prezzi scenderanno nuovamente verso i 30 euro“, ha commentato un trader a Montel.

C’è poi un’altra variabile. La Norvegia, primo fornitore di gas dell’Europa dopo la chiusura all’import russo. Gassco, operatore scandinavo, ha fatto sapere che sono previste numerose manutenzioni nei giacimenti di gas norvegese nelle prossime settimane. E’ vero che lo stoccaggio europeo è quasi completo, ma proprio nei prossimi mesi potrebbe aprirsi una forte concorrenza per il Gnl tra Europa e Asia visti appunto i potenziali scioperi in Australia. L’azione sindacale in Oceania riguarda il 10% della produzione globale di Gnl, con l’Europa che nell’ultimo anno è diventata particolarmente dipendente dal combustibile refrigerato per sostituire i flussi di gas russo perduti. Qualsiasi interruzione che duri più di un mese “avrà probabilmente un impatto materiale sull’equilibrio tra domanda e offerta durante l’inverno settentrionale”, ha affermato in una nota la banca australiana Anz, come riportato da Montel, che riporta poi un parere di un operatore spagnolo: se lo sciopero fosse confermato, i prezzi europei del gas potrebbero superare i 50 euro/MWh. Tuttavia, qualsiasi guadagno superiore a 50 euro/MWh accelererebbe la distruzione della domanda, ha aggiunto, prevedendo “un forte rallentamento dell’attività industriale”. Il contratto Ttf per ottobre è scambiato a 48 euro per megawattora e quello per dicembre a 60 euro.

Altro elemento congiunturale è legato alle temperature dieci gradi sopra la media in Europa. Un caldo anomalo che ha spinto Edf ha sospendere la produzione di alcune centrali nucleari nel Sud est francese e rallentato l’attività di eolico e fotovoltaico nel resto del Continente. La domanda di energia elettrica però sale, trainata dai condizionatori accesi ai massimi. Da qui il maggiore utilizzo di gas e parallelamente l’impennata dei prezzi dell’elettricità.

Valentina Innocente

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