Tutti gli imballaggi immessi sul mercato europeo saranno riciclabili dal 2030 e riciclati dal 2035. O almeno, questo è quello che chiede l’Europarlamento che, in sessione plenaria a Strasburgo, ha adottato con ampia maggioranza – 426 sì, 125 no e 74 astenuti (su 625 votanti) – il mandato negoziale sul regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio, ridimensionando di molto l’ambizione della proposta originaria della Commissione europea e anche la stessa relazione passata in commissione ambiente (Envi) competente sul file.
Sul testo della relatrice di Renew Europe, Frederique Ries, erano stati depositati oltre 525 emendamenti, dunque non stupisce che il testo finale licenziato da Strasburgo sia profondamente diverso da quello originale.
L’Emiciclo ha sostenuto, compatto, gli obiettivi generali di riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi proposti dalla Commissione: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. A questi, l’Aula aggiunge obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). Gli eurodeputati chiedono il divieto alla vendita di sacchetti di plastica ultra leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo.
La proposta della Commissione – che risale al 30 novembre 2022 – insisteva principalmente su quattro linee di intervento per ridurre i rifiuti: riuso dei contenitori con obiettivi minimi per le aziende; divieto per gli imballaggi considerati ‘non essenziali’ (come le bustine monouso per shampoo degli hotel o quelle in ristoranti e caffè); progettare entro il 2030 tutti gli imballaggi in modo che siano riciclabili al 100% e tassi obbligatori di contenuto riciclato che i produttori dovranno includere nei nuovi imballaggi di plastica.
Se i target generali di riduzione dei rifiuti sono stati ‘salvati’ dall’Eurocamera, salta invece per ora il divieto di uso per alcuni formati di imballaggio ‘non essenziali’ proposto da Bruxelles, come le confezioni monouso degli hotel per i prodotti da bagno e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti. Come è saltato anche – con soddisfazione dell’Italia – il divieto di immissione in commercio di imballaggi di plastica monouso usati per i prodotti ortofrutticoli, come le buste di plastica per l’insalata (la Commissione europea proponeva di usare solo buste con contenuto superiore a 1,5 kg di frutta e verdura, mentre la commissione Envi aveva ridotto il peso a 1,5 Kg. Il voto in plenaria ha fatto saltare in toto il divieto).
Il nodo politico e la parte più criticata della normativa per l’Italia era quella del riuso, con obiettivi obbligatori per le aziende. Sul riuso sono stati approvati una serie di emendamenti all’articolo 26 del regolamento con una deroga se lo Stato membro raggiunge l’85% di raccolta separata per il riciclo negli anni 2026 e 2027. Un target che secondo gli eurodeputati italiani l’Italia ha già centrato. “Se il tasso di raccolta differenziata del rispettivo materiale di imballaggio è inferiore all’85 per cento, lo Stato membro presenta un piano di attuazione che illustra una strategia con azioni concrete”, si legge in uno degli emendamenti adottati e firmati dal presidente della commissione Itre, Cristian-Silviu Buşoi, e dell’eurodeputata del Partito democratico, Patrizia Toia.
L’Emiciclo ha concordato inoltre una esenzione anche sugli obblighi di riuso di una serie di imballaggi, come quelli per la vendita di bevande di vino, vino spumante, prodotti vitivinicoli aromatizzati. Sono previste alcune eccezioni temporanee, ad esempio per gli imballaggi alimentari in legno e cera, come richiesto in un emendamento presentato da Renew Europe per ‘salvare’ le tipiche confezioni in legno dei formaggi francesi. I deputati vogliono infine che i Paesi dell’Ue garantiscano la raccolta differenziata del 90 per cento dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029. L’Italia fa gioco di squadra e per una volta vota (quasi tutta) compatta, dal Partito democratico a Forza Italia passando per il Movimento 5 Stelle.
A votare contro il testo finale solo la destra estrema di Identità e Democrazia (di cui fa parte la Lega all’Eurocamera) e i Conservatori e Riformisti di Ecr (di cui fa parte la delegazione di Fratelli d’Italia). Nel voto di oggi “è andata molto bene perché il nostro obiettivo, che da sempre è quello di ridurre i rifiuti non riducendo gli imballaggi e quindi tenendo la filiera del riciclo attiva, è stato raggiunto negli articoli principali”, ha dichiarato a GEA l’eurodeputato di Forza Italia, Massimiliano Salini, relatore per il Partito popolare europeo sul nuovo regolamento imballaggi, in un punto stampa a Strasburgo dopo il voto. Dal fronte Socialdemocratico “abbiamo corretto l’impostazione voluta dalla commissione Ambiente (Envi), una serie di emendamenti sono stati approvati anche da una larga maggioranza voluta da un gioco di squadra italiano. Oggi possiamo dire che questo testo tiene conto di tutte le preoccupazioni che avevamo”, afferma l’eurodeputato, Paolo De Castro, sottolineando che ora “l’Italia può continuare con gli ambiziosi piani di riciclo e non volevamo che questa priorità del riuso” della proposta della Commissione europea “mettesse in discussione gli straordinari successi che ha portato a casa il nostro Paese. La proposta mette a riparo il settore agroalimentare, l’ortofrutta, tutte le indicazioni geografiche”.
Il M5S si dice non pienamente soddisfatto del testo finale ma infine ha deciso di votare a favore. “Il regolamento sugli imballaggi, così come emerso dalla plenaria di Strasburgo, è deludente. Sono stati fortemente ridimensionati, se non addirittura cancellati, molti provvedimenti chiave e proposte ambiziose che avrebbero rafforzato il riuso e quindi ridotto notevolmente la quantità di rifiuti che la nostra società produce”, sottolinea in una nota l’eurodeputata Maria Angela Danzì, spiegando però che come “Movimento 5 Stelle abbiamo sostenuto il testo nel voto finale perché comunque rappresenta un timidissimo passo avanti rispetto alle norme attuali”.
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