Categories: EsteroApertura

Putin propone Mosca per vertice con Zelensky, “no” di Kiev. Ue e Usa lavorano a garanzie di sicurezza

L’incontro tra il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, e quello russo, Vladimir Putin, si terrà. Questa al momento è l’unica certezza. Quando e dove avverrà il faccia a faccia non è chiaro, ma lo sono, invece, le aspettative che aleggiano dall’una all’altra parte dell’Oceano Atlantico. Da un lato c’è il presidente Usa, Donald Trump, che all’indomani del vertice di Washington spinge affinché Mosca e Kiev si incontrino “senza di me, da soli” e poi “se tutto funziona e va bene” via libera al trilaterale così “chiuderò la questione”. Anche se, avverte, “spero che Putin si comporti bene”, perché “se non lo fa, la situazione sarà difficile”.

Dall’altro lato c’è l’Europa che nel corso del Consiglio europeo convocato in videoconferenza ribadisce la propria unità e mostra di non voler indietreggiare sulle “pressioni” nei confronti di Putin. “Ciò che importa è che riusciamo a mantenere la pressione attraverso le sanzioni sulla Russia, nel caso in cui non si conformi a questa la decisione”, dice il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, al termine dell’incontro. La responsabile della Difesa europea, Kaja Kallas, conferma che il 19esimo pacchetto di sanzioni sarà pronto “entro settembre”.

Nel mezzo ci sono decine di punti interrogativi, dalla spartizione dei territori ucraini, alle garanzie di sicurezza. Passando anche per la possibile sede del bilaterale tra Putin e Zelensky. Il presidente francese, Emmanuel Macron lancia l’idea di Ginevra. “Più che un’ipotesi, è addirittura la volontà collettiva”, dice alla tv francese, sottolineando la necessità che avvenga in un paese “neutrale”. A stretto giro arriva il via libera della Svizzera che annuncia di voler offrire “l’immunità” a Putin, nonostante la sua incriminazione davanti alla Corte penale internazionale, a condizione che venga “per una conferenza di pace”, assicura il ministro degli Esteri Ignazio Cassis. Favorevole a questa ipotesi anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Ma verso metà pomeriggio di lunedì Afp rivela che nel corso della telefonata tra Trump e il presidente russo – avvenuta lunedì, dopo il vertice con i Volenterosi – Putin avrebbe proposto Mosca come sede dei colloqui, incassando immediatamente il “no” di Zelensky. Anche gli stessi membri della coalizione avrebbero definito come “non opportuna” l’idea dello zar. La Commissione europea non entra nel merito della scelta della sede perché “non spetta a noi decidere” dove avverrà l’incontro, chiarisce la portavoce, Anna Podestà, ma “alle parti” coinvolte. Spunta anche l’ipotesi Budapest: secondo diverse fonti, i servizi segreti Usa starebbero lavorando per portare il vertice nella capitale ungherese.

Si lavora, intanto, Europa e Usa insieme “per rafforzare ulteriormente i piani volti a fornire solide garanzie di sicurezza e preparare il dispiegamento di una forza di rassicurazione qualora le ostilità dovessero cessare”, come spiega il primo ministro britannico, Keir Starmer, al termine della riunione virtuale della Coalizione dei Volenterosi con oltre 30 leader internazionali. Un processo, ricorda Zelensky, “a tutti i livelli” per operare “sui dettagli, sull’architettura delle garanzie, con tutti i membri della coalizione, in modo molto concreto, con gli Stati Uniti, e questo è uno dei risultati più importanti di Washington”. Lato Bruxelles, la Commissione ricorda che “non abbiamo un calendario preciso al riguardo”, ma “gli scambi continueranno a livello tecnico e a livello di leader”. Trump esclude l’invio di truppe Usa in territorio ucraino, ma allo stesso tempo non esclude che le garanzie di sicurezza possano essere fornite via aerea.

Sul fronte russo, il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov mostra una certa apertura: Mosca, dice, non rifiuta alcun tipo di confronto sulla risoluzione ucraina, né bilaterale né trilaterale, ma serve fare “passo dopo passo, gradualmente, partendo dal livello degli esperti e poi attraversando tutte le fasi necessarie per preparare i vertici. Questo è il tipo di approccio serio che sosterremo sempre”, dice alla tv russa. In ogni caso – è il punto fermo – qualsiasi futuro accordo di pace in Ucraina dovrà tenere conto degli “interessi di sicurezza” della Russia. Meno diplomatico Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, che affida a un post in inglese pubblicato su X il suo pensiero: “La coalizione bellicista anti-russa dei volenterosi non è riuscita a battere” Donald Trump “sul suo terreno. L’Europa lo ha ringraziato e lo ha adulato. La domanda è: quale melodia suonerà il pagliaccio di Kiev riguardo alle garanzie e ai territori una volta tornato a casa, dopo aver indossato nuovamente la sua uniforme militare verde?”.

Elena Fois

Recent Posts

Dazi, Sefcovic: Regole digitali fuori da accordo con Usa

"Abbiamo tenuto queste questioni" (sul Digital Market Act e Digital Service Act, ndr) "fuori dai…

4 minuti ago

Dazi, Ue: Impegno per ulteriore flessibilità a Pmi statunitensi su Cbam

"Prendendo atto delle preoccupazioni degli Stati Uniti in merito al trattamento delle piccole e medie…

7 minuti ago

Dazi, Ue: Risponderemo a preoccupazioni Usa su regolamento deforestazione

"Riconoscendo che la produzione delle merci in questione nel territorio degli Stati Uniti rappresenta un…

8 minuti ago

Dazi, Sefcovic: Accordo evita perdita di 5 mld di posti di lavoro in Ue

"S tratta di un accordo strategico serio. Lo sosteniamo pienamente e ci impegniamo a rispettarlo.…

9 minuti ago